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Bce prende tempo su 'qe' ma Draghi precisa: non serve unanimità

MILANO (Reuters) - E' evidentemente meno lungo del previsto il nuovo passo della Banca centrale europea verso acquisti di titoli di Stato, misura che in molti invocano ma altri paventano. Costo del denaro dunque fermo ma soprattutto tutto rinviato sul fronte di eventuali nuovi provvedimenti non standard: Francoforte ritiene più appropriato attendere. Occorre tempo, spiega Mario Draghi ai giornalisti, per meglio valutare l'impatto delle misure finora adottate, tenendo conto anche che la prossima settimana è in agenda la seconda operazione 'Tltro' e che si ragiona su uno scenario di inflazione in progressivo deterioramento ma fluido, come dice la caduta verticale del greggio. Riviste intanto al ribasso dallo staff le stime trimestrali su crescita e prezzi. "All'inizio dell'anno prossimo il consiglio farà una nuova valutazione sui risultati della misure monetarie espansive, dell'incremento del bilancio Bce e delle prospettive sulla stabilità dei prezzi" sono le parole del presidente che gelano i mercati. Considerato che da settimane borse e obbligazionario della zona euro incorporavano già per oggi il famigerato 'quantitative easing' la prima reazione del mercato non si fa attendere, con Piazza Affari che arriva a cedere oltre 2% e lo spread Btp/Bund di nuovo sopra 130 punti base. E' però nella seconda parte della conferenza stampa che si apprezzano le doti di comunicatore del presidente. Non si capisce quanto sollecitato dall'insistere dei cronisti, Draghi rivela la vera notizia di oggi: per decidere in materia di 'allentamento quantitativo' non serve l'unanimità del consiglio. "E' necessaria l'unanimità o basta la maggioranza? Non credo serva l'unanimità: si tratta di un'importante misura di politica monetaria... si può architettare in modo che basti la maggioranza". "Dobbiamo ricordare che abbiamo un mandato preciso" aggiunge, in riferimento al pilastro della 'stabilità dei prezzi', "e non tollereremo una prolungata deviazione". Se basta una decisione a maggioranza - e già in passato così è successo in occasione di importanti decisioni di politica monetaria, ricorda Draghi - la Bundesbank può tranquillamente continuare a dissentire. Francoforte è convinta, precisa il presidente, che acquisti di asset estesi ai titoli di Stato non violino il mandato della banca centrale. Non è naturalmente una promessa - la Bce non si è mai impegnata 'a priori' - ma non sono nemmeno parole criptiche. Soltanto per i cultori della cosiddetta 'retorica' Bce, infine, un'informazione in più. In merito all'incremento del bilancio della banca centrale, che dovrebbe tornare sui livelli di inizio 2012, si è passati oggi, senza l'unanimità del consiglio, dall'attributo 'previsto' a quello di 'inteso'. A votare contro, rivelano in un secondo momento fonti Bce, i 'soliti noti': il numero uno Bundesbank Jens Weidmann, non nuovo agli scontri con Draghi, e il consigliere esecutivo Sabine Lautenschlaeger. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia