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Beppe Grillo parla di sconfitta e battibecca con Raggi: "Se perderai, non sparirai"

L’entusiasmo non era alle stelle, ma a dare la mazzata finale ci pensa Beppe Grillo che paventa la sconfitta. Era l’intervento più atteso, quello che doveva servire ad accendere piazza Bocca della Verità piuttosto sottotono, e anche abbastanza vuota, in questa serata di chiusura di campagna elettorale. Il Garante si collega al telefono per una chiacchierata con Virginia Raggi, il sindaco uscente di Roma aspirante al bis, ma non si può dire che le abbia lanciato la volata, anzi tutt’altro.

L’eventuale sconfitta piomba tra la gente: “In qualsiasi modo andranno le elezioni, io sarò leale. Se perderai – dice Grillo – tu non sparirai, ti ho nominato nel comitato di Garanzia”. Insomma, il leader M5s non solo svela l’arcano, cioè il paracadute fornito al sindaco di Roma, ma spiattella a tutti la difficoltà del momento. Raggi è visivamente imbarazzata, per un attimo non sa cosa dire, nasconde la rabbia ma nel frattempo la platea rumoreggia: “Qui la piazza borbotta, perché dobbiamo vincere”, osa dire il sindaco uscente. Grillo non si sforza più di tanto a correggere il tiro, sostiene che Roma sia una città difficile da amministrare e ancora una volta sembra voglia mettere le mani avanti.

Lo stesso farà Giuseppe Conte che sta alla larga dal tema Roma, parla piuttosto di programma di governo, dei mesi duri contro il Covid e di vaccinazione. Strappa qualche applauso ma non scalda. In fondo non è sulla Capitale che il premier confida per puntellare il suo percorso.

Ansa (Photo: Ansa)
Ansa (Photo: Ansa)
Ansa (Photo: Ansa)
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La piazza, popolata da circa 1500 persone, rimane delusa. Ha ben presente che la sfida è di quelle difficili ma almeno da Grillo ci si aspettava qualcosa di più e invece lui neanche appare in video. Almeno a piazza del Popolo, nel 2016, aveva mandato un lungo videomessaggio, quando per opportunità politica si era deciso di evitare la sua presenza. Ora si limita a una telefonata con la voce dismessa di chi ammette “di giocare di rimessa. È giusto che la mia voce torni nelle piazze riempite da altri”. Saluta tutti, compreso “il nostro Mago di Oz, Giuseppe Conte che ora inizia a capire dove nasce il movimento, si sta introducendo. Comincia a capire il senso del Movimento, che è visione”. Parole dolci neanche in questo caso. Parole che riportano al grande scontro, quando l’ex premier stava per mollare tutto rinunciando alla carica di presidente M5s e Grillo disse che Conte mancava di visione politica.

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I sostenitori giunti in piazza senza bandiere e senza simboli M5s sono disorientati. A metà serata, il comico Agostino Penna chiede: “Ma il pubblico c’è?”. Perché in effetti è silenzioso, eppure proprio qui, in questa stessa piazza, c’era un fiume di gente il 2 giugno del 2018 per far festa quando M5s andò al governo con la Lega. Alleanza che poi si rivelò l’inizio del declino grillino che oggi potrebbe avere ripercussioni sulle amministrative. E lo dice anche una canzone che rimbomba sul palco nell’attesa che arrivino i big: “Arrivederci, Roma”.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.