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Bond day: il rublo corre e per ci ha creduto è una pacchia

Sempre meglio! Dopo la fase incerta di gennaio, con una correzione verso quota 65 contro euro, complici vari fattori, il rublo è tornato a correre, manifestando una costanza di trend e inanellando da giovedì scorso ben quattro giornate positive una dietro l’altra, con candele piuttosto accentuate. Ieri ha toccato quasi quota 60, che non vedeva da giugno 2015. Il "breakout" di tale livello e una successiva discesa verso i 56 costituirebbero la definitiva conferma che la debolezza degli ultimi due anni è un ricordo del passato.

Il petrolio e ben altro

Inizialmente la spinta è arrivata logicamente dal rialzo del prezzo del greggio, ma ora l’accelerazione deriva dalle notizie che la Banca centrale russa vorrebbe confermare l’attale livello dei tassi al 10%, in previsione di un possibile aumento dell’inflazione. Ne consegue un afflusso di capitali che cerca nel rublo quei rendimenti impossibili per chi investe nelle monete più tradizionali. Il miglioramento della bilancia commerciale è un altro motivo che spinge a favore del “рубль”, come chiamato nella lingua originale. E’ indubbio infine che l’aria di normalizzazione nei rapporti con Usa e Occidente europeo costituisce un’altra ragione decisiva del suo impulso.

Rendimenti in forte crescita

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Chi ha puntato sul rublo nei mesi scorsi porta a casa profitti di tutto rilievo, poiché oltre al rafforzamento della valuta si sono registrate una pressione al rialzo delle quotazioni e quindi una compressione degli yield, scesi in media da oltre l’8% a poco più del 6% in poche settimane, complici scambi più attivi sia a dicembre sia a gennaio. Il Soc Gen Issuer Tf 10,5% Ap18 Rub (Isin XS1202764335) – quotato su Borsa Italiana – ha segnato, per esempio, controvalori su base mensile in crescita, così come lo stesso è accaduto per l’Imi Opera Tf 8,5% Ge19 Rub (Isin XS1546193308). Purtroppo la quasi assenza sul Mot di titoli emessi da organizzazioni sovranazionali (Bei, World Bank, ecc.) riduce di molto le possibilità di scelta: per ora il comparto si limita al Bei Tf 6% Fb18 Rub (Isin XS0889394846) e all’Ebrd Zero coupon Ge26 Rub (Isin XS1349367547), quest’ultimo interessante come soluzione di investimento di lungo termine, sebbene poco scambiato.

Il migliore resta l’SG cedola 10,5%

Per chi non abbia possibilità di accedere al vasto panorama delle emissioni in rubli presenti sul mercato “Otc”, il maggiore rendimento – extra fattore valutario – viene confermato dal già citato Soc Gen Issuer Tf 10,5% Ap18 Rub, che quota sui 103,3, con yield a scadenza di circa il 7,5% e una volatilità media tutto sommato accettabile (quasi 14%), ma con una “duration” - sensibilità al variare dei tassi - molto bassa (1,1). Attenzione solo allo “spread” denaro/lettera, che in certe sedute si allarga esageratamente, problema presente d’altra parte da tempo su tutte le obbligazioni espresse in tale divisa. Davanti a potenzialità di performance eccellenti, il mercato non è sembrato negli ultimi due anni prendere al volo quest’occasione irripetibile e ciò si è registrato anche nell’ambito dell’“Otc”. Probabilmente le perdite accumulate in passato sul fronte di altre divise emergenti hanno penalizzato nell’ultima fase i bond in rubli, con un errore tattico di cui molti oggi si pentono.

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