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Bulgari si scusa per controversia con Cina su Taiwan

Il logo di Bulgari alla fiera Baselworld di Basilea

SHANGHAI (Reuters) - Il brand di alta gioielleria Bulgari si è scusato per aver indicato Taiwan come indipendente dalla Cina su un sito web estero, scatenando una feroce reazione sui social media cinesi.

L'azienda e i suoi 'celebrity ambassadors' cinesi sono diventati trending topic sulla piattaforma cinese Weibo, simile a Twitter, dopo che gli utenti hanno notato il menu a tendina del Paese sul sito web di Bulgari.

L'accaduto ha spinto la testata statale Global Times a scrivere sui social media che: "Taiwan è una parte inalienabile del territorio cinese e non può essere classificata come Stato".

Bulgari, controllata del conglomerato del lusso Lvmh, si è scusata sul proprio account ufficiale Weibo, affermando che l'equivoco è dovuto a un errore di gestione e che "rispetta la sovranità e l'integrità territoriale della Cina".

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Bulgari non è il primo marchio straniero ad affrontare l'ira degli utenti cinesi sui social media che si ritengono offesi per qualche motivo legato a questioni politiche e territoriali. Nel 2019, marchi di lusso come Versace, Givenchy e Coach sono stati fortemente criticati in Cina quando è emerso che avevano definito su siti web e merchandise Taiwan, Hong Kong e Macao degli Stati.

(Tradotto da Camilla Borri, editing Claudia Cristoferi)