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Censis: Allarme pensioni per il 39,4% dei giovani occupati

Censis: Allarme pensioni per il 39,4% dei giovani occupati

Roma, 23 gen. (LaPresse) - Scarsa conoscenza della pensione futura e discontinuità dei percorsi lavorativi accrescono le paure: il 39,4% degli occupati tra i 18 e i 34 anni ha un percorso contributivo intermittente. E adesso l'allarme riguarda anche i dipendenti pubblici: il 21,4% teme di perdere il lavoro e il 24,1% di finire nel precariato. Sono questi, in sintesi i risultati che emergono da un'indagine campionaria del Censis per Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione), dal titolo 'Promuovere la previdenza complementare come strumento efficace per una longevità serena', presentata questa mattina presso la Sala Conferenze di piazza Montecitorio, alla presenza del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Elsa Fornero, del presidente della Fondazione Censis Giuseppe De Rita e del presidente Covip Antonio Finocchiaro. Ma l'allarme riguarda anche i giovani: la maggior parte credono che la pensione futura corrisponderà a circa la metà del loro reddito, un terzo si aspetta ancora meno. Sono preoccupati da una vecchiaia da trascorrere in ristrettezze economiche (39%), consapevoli di dover integrare con qualche forma di risparmio, come titoli mobiliari (38,8%), il mattone (19%) e la previdenza complementare (17,4%). Lo studio Censis descrive un quadro di diffidenza generalizzato in un Paese di 'analfabeti finanziari', condizionato da "una voragine informativa - ha detto il presidente Covip Antonio Finocchiaro - sull'effettivo grado di copertura del sistema previdenziale pubblico". Tanti quelli che non capiscono concetti come gli interessi sul capitale (47%), l'inflazione (49%), la rischiosità degli investimenti (47%). "Il ritardo accumulato - ha spiegato - della previdenza complementare è rilevante": si tratta di "un sistema da consolidare - avverte - se non si vuole evitare, in particolare per lavoratori più, giovani, una vecchiaia di ristrettezze e con un tenore di vita di molto inferiore rispetto a quello del tempo del lavoro". Una condizione che porterebbe "instabilità sociale". Tra chi non ha una pensione integrativa, il 36% è orientato a farne una, anche se preferisce aspettare. Ad oggi il 39,4% dei giovani occupati ha un percorso contributivo discontinuo a causa di lavori precari o impieghi senza versamenti pensionistici. Solo il 23,5% del campione ritiene che andrà in pensione all'età desiderata. "Il problema è la progettualità nel settore pensionistico - ha spiegato De Rita - la soggettività vince sempre". L'indagine, la definisce "impressionante dal punto di vista delle paure e delle incertezze sul quando e sul come" si andrà in pensione. Pensando al futuro, colpisce la nuova inquietudine che coinvolge anche i dipendenti pubblici, antichi alfieri del posto fisso. Nel complesso, tra pubblico e privato, il 34% degli interpellati teme di perdere il lavoro e di rimanere senza pensione, il 25% di finire nel precariato, il 20% di avere difficoltà a finanziarsi forme integrative di reddito, crolla la previdenza complementare. Chi non vi aderisce dichiara di poterselo permettere (41%), non si fida (28%), pensa di essere ancora troppo giovane per affrontare la questione (19%) e preferisce lasciare il tfr in azienda (9%).