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Come chiedere un aumento di stipendio senza indispettire il capo

Un colloquio tra capo e dipendente (foto d’archivio Getty Images)
Un colloquio tra capo e dipendente (foto d’archivio Getty Images)

Stai lavorando bene e credi di essere importante per l’azienda, ma senti di non ricevere il compenso giusto per i tuoi sforzi? Stai facendo più di quello che ti viene richiesto sul posto di lavoro, ma lo stipendio rimane uguale? Forse è arrivato il momento di fare il grande passo, e di chiedere un aumento.

In alcuni settori la domanda può essere considerata legittima. Superata la grave crisi, la qualità può tornare a essere premiata, sempre che il ‘capo’ abbia la voglia di ascoltare. Ecco dunque qualche consiglio per tentare la grande richiesta.

A chi chiedere?

Una richiesta di aumento può essere un rischio o un’incredibile opportunità, ma la cosa più importante è prima di tutto guardarsi attorno. Se si conosce il capo personalmente, e se si ha la confidenza necessaria per dare ‘del tu’, allora si può andare direttamente da lui; altrimenti meglio chiedere al capo del personale o al diretto superiore. In ogni caso, la domanda deve essere posta in modo che arrivi sulla scrivania che conta nel modo più pulito possibile.

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Un buon rapporto con il diretto superiore faciliterà l’arrivo della richiesta. Attenzione, però: se tra il diretto superiore e il capo non corre buon sangue, allora la faccenda si complica.

Quando chiedere?

Per parlare dell’argomento direttamente (o anche indirettamente, se il superiore ha un budget da gestire), bisogna assolutamente prendere un appuntamento specifico, magari parlando genericamente di ‘stipendio’ prima di segnare la data sul calendario.

Di conseguenza, il capo sarà già psicologicamente preparato a gestire la richiesta e ad ascoltare, senza che sopravvengano altri argomenti. Infatti è controproducente infilare una proposta di aumento alla fine di un discorso di lavoro più ampio o alla conclusione di un meeting su temi diversi.

Di norma, meglio evitare di parlare di aumento quando ci sono scadenze finanziarie importanti, come pagamenti e tasse; tuttavia bisogna ‘avanzare’ in ogni caso almeno 3-4 mesi prima della pianificazione del budget dell’anno seguente. Altrimenti, si può sfruttare la coda lunga di un progetto andato a buon fine e che ha dato buoni frutti, oppure a seguito di un aumento di responsabilità e presumibilmente di ore di lavoro.

Come chiedere?

Va fatta una scaletta, a priori. Per convincere che l’aumento è buona cosa, vanno elencati i risultati ottenuti, i miglioramenti apportati nei processi aziendali, il proprio ruolo nel gioco di squadra. Non va dimenticato inoltre di ricordare i miglioramenti personali da quando si è all’interno dell’azienda.

Dal punto di vista comportamentale, ovviamente dipende da che tipo è l’interlocutore. Tuttavia, a livello generico, meglio essere seri e professionali, evitando battute, ironia o lamentele. Se richiesta deve essere, che sia secca, risolutiva. Vietati i confronti con gli altri.

Quanto chiedere?

Se avete abbastanza esperienza in seno all’azienda da sapere quanto possa incidere un aumento dello stipendio sul budget, e quanto il valore aggiunto al compenso possa migliorare i risultati, allora sfruttate questo vantaggio.

In caso contrario, meglio non essere vaghi. Proponete una cifra (non esagerata, ma ‘ragionata’) e in caso di un primo diniego, chiedete al superiore cosa potreste fare di concreto per convincerlo a trattare – non necessariamente un progetto in più, magari anche solo un diverso approccio nel lavorare. Il tutto ovviamente senza prevaricare il limite dell’arroganza ingiustificata.

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