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Conte raccoglie l'assist di Giorgetti sul voto anticipato. E M5s ribolle

PIAZZA SOLFERINO, TURIN, ITALY - 2021/09/27: Giuseppe Conte, president of political party Five Star Movement, gestures during an event part of Valentina Sganga electoral campaign for Mayor of Turin. The Turin municipal election is due to be held on October 2021. (Photo by Nicolò Campo/LightRocket via Getty Images) (Photo: Nicolò Campo via Getty Images)

Giuseppe Conte accarezza il voto anticipato: “Sembra voglia dare la colpa alla Lega, ma anche lui ci spera”. E’ mattina presto quando i parlamentari del Movimento 5 Stelle leggono l’intervista che il loro presidente ha rilasciato a La Stampa in cui dice che con la “Lega così in confusione, Draghi non arriverà al 2023”. L’ex premier tocca il grande tema che agita la pancia grillina. Tutti i deputati e i senatori, pur apprezzando Conte, temono che voglia un ritorno alle urne nel 2022 da cui loro ne uscirebbero a dir poco dimezzati. Lo temono oggi ancor di più perché la sensazione diffusa è che anche a Giancarlo Giorgetti, che nei fatti ha candidato il premier Mario Draghi al Quirinale, faccia comodo un ritorno alle urne anticipato per ribaltare gli equilibri interni alla Lega che vedono Matteo Salvini sempre più debole.

“Conte ha esigenze simili”, spiegano tanti grillini che di chiudere la legislatura anticipatamente non ne vogliono sapere. Ma nello stesso tempo non vogliono esporsi in prima persona, preferiscono per ora parlare a taccuini chiusi dal momento che mancano pochi giorni al voto. La percentuale del 33 è un ricordo lontanissimo, a questo si aggiunge la riforma che prevede il taglio dei parlamentari e il gioco è fatto: tanti deputati e senatori non vedrebbero più Montecitorio e Palazzo Madama. Il nuovo presidente M5s avrebbe invece tutto da guadagnare, secondo i ragionamenti che fonti interne ben informate stanno facendo in queste ore. Con il ritorno alle urne, pur ottenendo percentuali più basse rispetto a quelle del 2018, avrebbe gruppi parlamentari scelti da lui, che riuscirebbe a controllare “mentre adesso tra Camera e Senato c’è un po’ di tutto e pochi fedelissimi”.

Per questo qualcuno sostiene che Conte stia già pensando alle liste per le prossime politiche e, complice anche la formazione della sua segreteria politica slittata a ottobre, stia lavorando al coinvolgimento di personalità esterne al Movimento. Insomma, di persone fidate che ad oggi non ha in Parlamento. Tra questi Luca Di Donna, al quale ha affidato la statura del nuovo Statuto, ma vorrebbe anche affidargli la nuova scuola politica e secondo qualcuno si sarebbe occupato anche delle liste per le amministrative.

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L’ex premier non ricopre alcuna carica elettiva e il suo staff nei giorni scorsi ha fatto di tutto per smentire l’ipotesi di una sua candidatura nel collegio di Roma centro se Roberto Gualtieri dovesse diventare sindaco. Conte sembra invece essere più interessato a un ricambio urgente consapevole che più passa il tempo più M5s si sgonfierà e di conseguenza anche la sua leadership. L’ex premier si prepara a prendere la prima batosta alle amministrative ma non è detto che i big pentastellati coglieranno l’occasione per colpirlo. In fondo è da poco il nuovo presidente e paga il prezzo caro di un Movimento disorientato già da un po’. Per non parlare del fatto che i grillini si sono presentati in pochissimi Comuni.

Di certo però avrà il fiato sul collo nei prossimi mesi. I deputati e i senatori grillini faranno di tutto per tenere il loro posto e Conte dovrà muoversi con molta cautela. Ma la mossa di Giorgetti, che vuol portare Draghi al Colle, è un assist che l’ex premier decide di cogliere a suo uso e consumo sperando di avere presto in Parlamento persone di sua fiducia.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.