Annuncio pubblicitario
Italia markets open in 5 hours 38 minutes
  • Dow Jones

    38.085,80
    -375,12 (-0,98%)
     
  • Nasdaq

    15.611,76
    -100,99 (-0,64%)
     
  • Nikkei 225

    37.644,71
    +16,23 (+0,04%)
     
  • EUR/USD

    1,0728
    -0,0005 (-0,04%)
     
  • Bitcoin EUR

    59.648,79
    -436,35 (-0,73%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.384,49
    +1,92 (+0,14%)
     
  • HANG SENG

    17.284,54
    0,00 (0,00%)
     
  • S&P 500

    5.048,42
    -23,21 (-0,46%)
     

Coronavirus, scoperto nuovo fattore di rischio: la mortalità è quadrupla

Coronavirus, scoperto nuovo fattore di rischio: la mortalità è quadrupla (Photo by Mairo Cinquetti/NurPhoto via Getty Images)
Coronavirus, scoperto nuovo fattore di rischio: la mortalità è quadrupla (Photo by Mairo Cinquetti/NurPhoto via Getty Images)

I problemi o i fattori di rischio cardiovascolari, ad esempio la pressione alta, sono legati a una maggiore mortalità in caso di sindrome Covid. È quanto emerge da un maxi-studio condotto da Jolanda Sabatino dell'Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro pubblicato sulla rivista PLOS ONE sulla base di dati relativi a oltre 77 mila individui. Secondo gli studiosi, il rischio per i cardiopatici può essere oltre 4 volte maggiore rispetto a individui senza patologie o fattori di rischio cardiovascolari.

GUARDA ANCHE - Ferragosto in era Covid, i sindaci corrono ai ripari

"Le nostre analisi - ha spiegato dei coordinatori, Salvatore De Rosa - confermano che i pazienti con patologie cardiovascolari preesistenti (come coronaropatia o scompenso cardiaco) hanno un rischio significativamente maggiore sia di sviluppare complicanze cardiovascolari, sia di morte. In particolare, solo la presenza di patologie pregresse o fattori di rischio cardiovascolare, ma non l'età, né il sesso si associano al rischio di sviluppare complicanze cardiovascolari durante la malattia COVID-19. L'aumento del rischio di morte è invece associato sia alla presenza di pregresse condizioni cardiovascolari (patologie e/o fattori di rischio), sia allo sviluppo di complicanze cardiovascolari, e all'età".

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Nel loro studio, gli esperti hanno considerato 77.317 pazienti ricoverati per COVID-19 in Asia, Europe e Usa. Al momento del ricovero il 12,89% dei pazienti aveva malattie cardiovascolari, 36,08% avevano l'ipertensione e il 19,45% diabete. Durante il ricovero oltre il 14% dei pazienti è andato incontro a una complicanza cardiovascolare (aritmie, palpitazioni ma anche infarto).

GUARDA ANCHE - Estate in città in era Covid-19

"Escludendo i pazienti in terapia intensiva - ha spiegato De Rosa - il rischio di morte tra i pazienti affetti da COVID-19 variava dallo 0,9% all'8%, risultando da 2 a 4 volte maggiore rispetto a pazienti senza fattori di rischio. Naturalmente i pazienti che hanno avuto bisogno di cure più intense in terapia intensiva avevano una mortalità ben più alta, trovandosi in condizioni cliniche più critiche".

"I nostri risultati - ha commentato un altro autore, Ciro Indolfi, Presidente della Società Italiana di Cardiologia - sottolineano l'importanza del coinvolgimento dei cardiologi sia nella gestione clinica dei pazienti COVID-19, sia nella redazione delle strategie di gestione della pandemia".

"Questi risultati - ha aggiunto Giovanni Di Salvo - hanno implicazioni rilevanti delle quali si dovrà tenere conto in fase di assegnazione delle priorità di accesso ai vaccini, quando questi saranno disponibili".

Infine lo studio mostra anche un altro aspetto importante: "il fatto che circa il 40% dei pazienti bisognosi di assistenza ospedaliera fosse di sesso femminile - conclude la Sabatino - sfata uno dei miti che hanno spopolato specialmente nel corso delle fasi iniziali della pandemia: le donne non sono affatto 'protette' dal COVID-19 e devono quindi seguire con scrupolo tutte le indicazioni di prevenzione del contagio".