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Elezioni 2013, quanto ci sono costate?

L'esito elettorale di queste ultime ore, tra la corsa ad accaparrarsi gli scranni e tra i numeri e dati forniti dal Viminale rendono chiara, al momento, una sola cosa. Ovvero, la difficile governabilità di questo Paese. Una situazione precaria ed instabile che porterà ad una conseguenza, di cui si vocifera da ieri dopo i primi, incerti, exit pool: riformulare la legge elettorale, provare con tutti gli sforzi possibili ad approvare le manovre più urgenti per il Paese e poi ritornare a votare. Costruire quindi un'intesa tra le varie forze politiche per i prossimi tre, quattro, sei mesi prima di riaprire le urne elettorali. Ma quanto costano allo Stato le elezioni?

Il calcolo è presto fatto. In Italia le sezioni elettorali sono 61.597; tra queste ci sono anche 595 sezioni ospedaliere -  istituite nei nosocomi e nelle case di cura con almeno 200 posti letto - e 1.620 seggi speciali, allestiti presso gli ospedali e le cliniche più piccole (da 100 a 199 posti) o nelle carceri, più 3.290 seggi "volanti", attrezzati per la raccolta dei voti nelle case di cura con meno di  100 letti.

Il costo complessivo di ogni sezione, che comprende il vario materiale elettorale - schede, matite, urne, registri e cancelleria varia - e il compenso di presidente e scrutatori (che aumenta nel caso del doppio spoglio, come avvenuto in Lombardia, Lazio e Molise dove alle Politiche si è aggiunto il voto Regionale) si aggira intorno ai 6.135 euro. Una cifra che comprende anche lo stipendio fornito alle forze dell'ordine impiegate per la sicurezza delle elezioni: 21.154 poliziotti, 21.154 carabinieri, 11.526 finanzieri, 3.268 forestali, 300 poliziotti penitenziari, 3.638 vigili urbani, 585 poliziotti provinciali.

Per lo spoglio, il presidente di seggio percepise 187 euro, una cifra che sale a 224 euro se si vota anche per le Regionali. Lo scrutatore e il segretario invece guadagnano normalmente 145 euro, che diventano 170 nel caso di doppio voto.

La cifra totale, quindi, elargita dallo Stato per le elezioni del 24 e 25 febbraio, è di 389 milioni. Una cifra che copre anche altre spese, quali: l’organizzazione tecnica, come il montaggio e lo smontaggio delle cabine, la movimentazione dei tabelloni per la propaganda elettorale, la raccolta e trasmissione dei dati, ma anche le spese per le agevolazioni di viaggio agli elettori (sconto sul treno, pedaggio autostradale gratuito... per un totale di 9,8 milioni) e quelle relative all' esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero.

Spese che sono ripartite tra i Ministeri interessati, anche se è al Ministero dell'Interno che spetta la spesa più pesante: 315 milioni, distribuiti tra quattro voci di spesa (73 i milioni per il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, 5 i milioni per il Dipartimento della Politiche Personali e 237 i milioni per il Dipartimento Affari Interni e Territoriali).

Soldi provenienti dalle casse dello Stato, che versano già in gravi difficoltà. E il pensiero di dover ritornare a votare molto presto non è per niente rassicurante.