Eni, Gentiloni: probabile che Iran modifichi i contratti
ROMA (Reuters) - E' molto probabile che l'Iran modificherà i modelli contrattuali per l'estrazione e produzione degli idrocarburi, giudicati penalizzanti dalle società straniere come Eni, aprendo la strada al ritorno degli investimenti nel Paese.
Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a margine della missione in Iran dopo l'accordo sul nucleare, secondo quanto confermato da un portavoce della Farnersina.
"Abbiamo affrontato il tema del contratti 'buy back' e delle pendenze Eni cinque mesi fa... Abbiamo avuto delle prime risposte anche se non definitive. Però quello che è accaduto, negli ultimi cinque mesi, è molto positivo e sono sicuro che quello che accadrà prossimamente lo sarà ancora di più", ha spiegato il ministro che oggi incontrerà il ministro del petrolio di Teheran, Bijan Zanganeh.
"Se, come è molto probabile, verrà modificato [il modello dei contratti], verrà modificato nell'interesse delle compagnie che vogliono investire", ha concluso.
In una recente intervista, l'AD Eni Claudio Descalzi ha aperto a nuovi investimenti in Iran a patto che il Paese proponga "una nuova forma di contratti, più simile agli standard internazionali e meno penalizzanti per gli operatori e le major petrolifere".
Eni è presente in Iran dal 1955. Le attività di esplorazione e produzione di Eni nel Paese erano regolate da contratti di buy-back. E sono proprio questi tipi di contratti che non vanno a genio alle compagnie petrolifere mondiali perché considerati poco profittevoli.
Oggi l'attività di Eni in Iran è limitata al recupero di investimenti precedenti.
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