Formaggi da tavola: ecco qual è la marca preferita dagli italiani
Di formaggi da tavola, in Italia, ce ne sono davvero tantissimi: dalla fontina alla mozzarella, dal certosino al quartirolo, dal parmigiano reggiano al pecorino sardo, laziale e toscano, e poi asiago, burrata, stracciatella, caciocavallo, fontina, gorgonzola, robiola, taleggio, squacquerone e chi più ne ha, più ne metta. Da Nord a Sud, il nostro Paese ha grande storia di produzione di formaggi, ognuno con le proprie caratteristiche di lavorazione e un appropriato utilizzo in cucina.
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Questa enorme varietà ha anche fatto sì che, nel tempo, specifici attori di mercato siano riusciti a farsi strada diventando le principali aziende concorrenti nella produzione di formaggi da tavola a livello sia nazionale sia internazionale. Tanto che, secondo gdonews.it che ha analizzato i numeri del 2020, sono quattro i player principali dei formaggi da tavola in Italia: Gennaro Auricchio, Corte Parma Alimentare, Francia Latticini e Centrale del latte del Molise.
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Specializzata nella produzione di provolone e formaggi a base di latte ovino, Gennaro Auricchio è stata fondata nel 1877 a San Giuseppe Vesuviano ed ha attualmente sede a Cremona. Corte Parma Alimentare, insediata tra le province di Reggio Emilia, Modena e Parma, è nata invece nel 2001 come attività artigianale di affettamento e inaugurando il suo ingresso nel comparto lattiero caseario solo nel 2017. Francia latticini è una storica azienda casearia dell'Agro Pontino, fondata nel 1995 e oggi leader nella produzione di Mozzarella di Bufala Campana Dop. Infine, nata come piccolo caseificio artigianale nel 1963, la Centrale del latte del Molise ha la sua sede in provincia di Campobasso ed è specializzata nella produzione di mozzarelle di diverso tipo e forme, fior di latte, stracciatella, burrata, ricotta, scamorza, caciocavallo e latte.
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Proprio la Centrale del latte del Molise, secondo gdonews.it, è riuscita ad affermarsi come attore principale nella produzione di formaggio da tavola: i suoi ricavi, infatti, sono cresciuti in modo costante negli ultimi dieci anni e l'azienda ha persino investito 12 milioni di euro per il miglioramento della sostenibilità aziendale dei suoi stabilimenti. Il gruppo caseario, si legge, è "ben capitalizzato" e ha "un debito assolutamente gestibile".
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