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Ha imbrogliato legalmente la sua banca e ora attende un risarcimento

Ha imbrogliato legalmente la sua banca e ora attende un risarcimento

Ha imbrogliato "legalmente"la sua banca e ora sta aspettando un risarcimento. Non è frutto dell'immaginazione di qualche sceneggiatore, ma una storia realmente accaduta in Russia, il cui protagonista, Dmitry Agarkov, certamente non passerà inosservato.

Il fatto. Tutto inizia nel 2008 quando l'uomo, un quarantaduenne residente a Vorozeh, nella Russia sud-occidentale, riceve l'ennesima lettera con le offerte poco allettanti della sua banca on line, la Tinkoff Credit Systems. Al posto di strapparla, però, decide di cambiare le condizioni del contratto per la sua carta di credito. Così, dopo averlo scannerizzato, ne ha modificato le clausole, rendendolo il contratto perfetto: interessi zero, nessuna spesa di commissione nè tantomeno limite di spesa. Non contento, l'uomo ha anche cambiato la URL del sito internet della banca, nella sezione delle condizioni contrattuali, dopo di che ha firmato il "nuovo" contratto contenente anche pesanti sanzioni per la banca qualora non avesse rispettato le nuove condizioni.

Condizioni che sono state accettate dalla TCS
, perchè i funzionari, inconsapevoli di trovarsi davanti ad un mago della truffa, lo hanno controfirmato ad occhi chiusi. Solo due anni dopo la banca on line ha iniziato ad insospettirsi, scoprendo - troppo tardi - delle famigerate clausole, bloccando immediatamente il conto ad Agarkov e chiedendogli, oltre al risarcimento, il pagamento di sanzioni penali a tanti zeri. Iniziando un iter processuale che qualche settimana fa si è concluso dando ragione al cliente dell'istituto di credito on line.

Sì, perchè i giudici hanno respinto la condanna per frode richiesta dalla banca nei confronti dell'uomo, giudicandola irrilevante, perchè la banca ha il dovere di sapere quello che firma e a quali conseguenze va incontro. La colpa, perciò, è dei funzionari della banca che hanno, vuoi per negligenza, vuoi per buona fede, firmato il contratto senza riguardarlo, così dei 45 mila rubli (circa 1.400 euro) richiesti dall'istituto di credito ad Agarkov ne sono stati pagati solo 19 mila, una pura formalità.

Al contrario, Agarkov ha chiesto alla TCS - che risulta essere la più importante banca on line della Russia - un risarcimento per oltre 24 milioni di rubli, pari a 727mila dollari, per aver violato le condizioni del contratto. Tocca attendere fino a settembre, quando la Corte esaminerà questo nuovo caso, per sapere come andrà a finire. E c'è chi teme per l'incolumità dell'uomo che ha sfidato i colossi del potere finanziario.