Iran, sale numero arresti, per Khamenei disordini orchestrati da nemici
LONDRA (Reuters) - Il leader supremo iraniano accusa i nemici della Repubblica islamica di aver orchestrato i disordini avvenuti in tutto il Paese da giovedì scorso a questa parte, mentre le autorità intensificano la stretta sul più imponente moto di contestazione dal 2009 a oggi.
Nell'arco degli ultimi tre giorni, riferisce il vice governatore regionale, nella sola capitale la polizia ha arrestato oltre 450 dimostranti. I cortei dei manifestanti, dicono le agenzie e i media locali, hanno preso a sassate le sedi della polizia in diverse altre città iraniane.
Secondo indiscrezioni stampa di ieri ci sarebbe una vittima fra le forze dell'ordine, che porterebbe il bilancio dei morti a un totale di 14
"In questi ultimi giorni i nemici dell'Iran hanno fatto ricorso a ogni mezzo -- denaro, armi, politica e intelligence -- in modo da creare problemi alla repubblica islamica" dichiara l'ayatollah Ali Khamenei.
Sul proprio sito web, il leader iraniano annuncia che interverrà con una dichiarazione pubblica quando necessario.
Ai Paesi nemici di Teheran Khamenei non fa direttamente menzione, ma secondo Ali Shamkhani, segretario del Consiglio di sicurezza supremo nazionale, si tratterebbe di Stati Uniti, Gran Bretagna e Arabia Saudita.
Per la tv pubblica, in occasione delle manifestazioni di lunedì sera nella provincia centrale di Ispahan le vittime sono state nove.
I manifestanti protestano contro la situazione economica e la corruzione. Le manifestazioni sono iniziate giovedì scorso a Mashhad, seconda città del Paese, per poi diffondersi in altre località e nella capitale.
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