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Italia, Confindustria: in ripresa ma c'è rischio deflazione

Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria. REUTERS/Remo Casilli (Reuters)

ROMA (Reuters) - L'economia italiana mostra segni di ripresa, con un miglioramento delle esportazioni e della domanda interna, ma la disoccupazione e il credit crunch fanno da freno aprendo al rischio di deflazione. E' la lettura di Confindustria fatta nella congiuntura flash mensile. "Per l'Italia arriva qualche segnale più confortante dal fronte della domanda domestica: il fatturato industriale interno in volume sta aumentando ormai da un anno, la fiducia migliora anche tra le imprese dei servizi, i consumi risalgono e le condizioni per investire sono meno negative", spiega il Centro studi di Confindustria (Csc). Rimangono, per il Csc, due importanti freni: l'andamento dell'occupazione e il credit crunch, e un "grave" rischio: la deflazione. "Il primo freno è costituito dall'andamento dell'occupazione: è vero che questa risente sempre con ritardo delle svolte produttive, ma l'emorragia di posti rimane copiosa; il rilancio dei contratti a termine può aiutare a fare più assunzioni. Il secondo freno è dato dalla contrazione del credito, che prosegue nei primi mesi del 2014 a ritmi molto elevati, anche se in parte compensati dal miglioramento della liquidità grazie al pagamento dei debiti della Pa". "Il rischio è connesso a tali freni e si chiama deflazione; se si tiene conto della distorsione verso l'alto della misurazione dei prezzi (che incorpora solo in parte i miglioramenti qualitativi dei beni), la dinamica è già negativa. Il rimedio può essere solo un rapido intervento della Bce, pienamente in linea con il suo mandato; aver stoppato l'apprezzamento dell'euro è solo il primo passo per arrestare la spirale", conclude Confindustria. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia