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Italia rivedrà al rialzo deficit 2020-2022 a causa di bonus edilizia - fonti

Una bandiera italiana e una bandiera dell'Unione europea a Roma

di Valentina Consiglio e Giuseppe Fonte

ROMA (Reuters) - Il deficit italiano degli ultimi anni risulterà più alto di quanto previsto in precedenza quando la prossima settimana verranno resi noti i nuovi dati di bilancio, hanno detto a Reuters fonti vicine alla questione.

La ragione è dovuta alla riclassificazione, resa nota pochi giorni fa da Eurostat, che concerne il modo in cui i crediti d'imposta devono essere classificati nei conti dello Stato e che avrà un forte impatto sull'Italia a causa degli onerosi incentivi fiscali per l'edilizia varati a partire dal 2020.

La direttiva dell'istituto di statistica europeo è anche alla base della decisione, presa dal governo di Giorgia Meloni la scorsa settimana, di bloccare la cessione di questi incentivi per non appesantire anche i conti di quest'anno.

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I deficit di bilancio del 2020 e del 2022 subiranno un aumento complessivo compreso tra i 35 e i 42 miliardi di euro, ha detto una delle fonti.

Una seconda fonte ha parlato di una cifra che potrebbe superare i 40 miliardi.

L'impatto sarà concentrato su 2021 e 2022, hanno aggiunto le fonti, con il deficit del 2021, inizialmente indicato al 7,2% del Prodotto interno lordo, ora visto avvicinarsi all'8%.

A novembre l'esecutivo aveva previsto che il deficit dello scorso anno sarebbe sceso al 5,6%, ma la cifra potrebbe superare il 7% quando Istat pubblicherà i numeri aggiornati il primo marzo prossimo.

Dopo un anno di discussioni che hanno coinvolto i ministeri dell'Economia, le banche centrali e gli istituti centrali di statistica dei paesi membri, il 16 febbraio Eurostat ha pubblicato nuovi criteri a livello europeo (Iper) per la compilazione dei dati di finanza pubblica.

Le ripercussioni della normativa saranno particolarmente significative per l'Italia, cronicamente afflitta da un alto debito, a causa della grande popolarità riscossa dai bonus per l'edilizia che hanno consentito ai cittadini di rendere più ecologiche le loro case grazie a un complesso sistema di crediti d'imposta negoziabili.

SUPERBONUS

Nell'ambito delle agevolazioni è stato possibile dedurre dalle tasse il costo dei lavori edili effettuati in un periodo di 5-10 anni, o vendere il credito d'imposta come forma di pagamento alle ditte, che a loro volta potevano rivenderle alle banche.

L'utilizzo di queste forme di incentivo da parte degli italiani - compreso il cosiddetto "superbonus" in cui lo Stato prometteva di pagare il 110% del costo delle ristrutturazioni - è stato superiore alle aspettative, generando una stima di 110 miliardi di euro di lavori a fine 2022 a fronte di previsioni iniziali pari a 72 miliardi.

Secondo il nuovo regolamento di Eurostat, gli incentivi all'edilizia rientrano in una categoria di crediti d'imposta considerati "payable", ossia con un alta probabilità di essere incassati. E questo perché soddisfano tre requisiti fondamentali stabiliti dall'agenzia: sono cedibili, compensabili e differibili, spiega una delle fonti.

Questi crediti, dunque, ha decretato il massimo organo di statistica europea, devono essere aggiunti al deficit di bilancio nell'anno in cui vengono utilizzati e non in quello in cui vanno ad incidere materialmente sul gettito fiscale. Ne consegue, in questo caso, una revisione al rialzo del deficit italiano per i tre anni 2020-2022.

Temendo un duro colpo per i conti di quest'anno, la scorsa settimana Palazzo Chigi ha bruscamente bloccato la cessione di nuovi crediti, lasciando migliaia di imprese edili e famiglie in difficoltà finanziarie, appesantite da crediti che non sono in grado di incassare.

"Se avessimo lasciato il superbonus così com'è, non ci sarebbero rimasti soldi in bilancio per nient'altro", ha commentato la premier.

-- ha collaborato Gavin Jones

(Valentina Consiglio, Giuseppe Fonte, editing Andrea Mandalà)