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Lavoro, ddl delega in Senato. Verso contratto a tutela crescente

Un operaio al lavoro in un'officina di Gravellona Lomellina, vicino a Milano, nel giugno 2013. REUTERS/Stefano Rellandini (Reuters)

ROMA (Reuters) - È stato presentato ieri, 3 aprile, in Senato, il testo del disegno di legge delega sul mercato del lavoro varato dal consiglio dei ministri il 12 marzo che punta a riformare gli ammortizzatori sociali e a riordinare i contratti introducendo una formula con tutele crescenti. La riforma riguarda anche i servizi per il lavoro e le politiche attive, maternità e conciliazione. Il ddl delega, che si compone di sei articoli, completa, insieme con il decreto su contratti a termine e apprendistato, il Jobs Act annunciato da Matteo Renzi per porre fine alla emorragia di posti di lavoro che ha portato in febbraio il tasso di disoccupazione al 13% dall'8% circa del 2011. Il testo, vagliato dal Quirinale, inizia così il suo iter parlamentare. Dopo il via libera delle Camere, il governo avrà sei mesi di tempo per esercitare la delega emanando uno o più decreti attuativi, e un ulteriore anno di tempo per eventuali altre correzioni. STRETTA ALLA CIG Scompare la cassa integrazione "in caso di cessazione di attività aziendale o di un ramo" e l'erogazione avverrà solo se non sarà più possibile ridurre contrattualmente l'orario di lavoro; i limiti di durata dipenderanno dai singoli lavoratori e dalle ore lavorabili in un tempo prolungato; le imprese utilizzatrici contribuiranno maggiormente a finanziare la cig mentre per le altre saranno ridotti gli oneri contributivi, rimodulandoli tra i settori in funzione dell'utilizzo effettivo; sarà rivisto l'ambito di applicazione della cassa ordinaria e straordinaria e dei fondi di solidarietà; si valuta la standardizzazione dei meccanismi di concessione della cig. RIORDINO FORME CONTRATTUALI La riforma punta a riordinare le attuali tipologie contrattuali, oltre 40, mettendo a punto un testo organico, anche con l'abrogazione di alcune tipologie incompatibili con la semplificazione. A tal fine si prevede l'introduzione di contratti a "tutele crescenti" per "favorire l'inserimento nel mondo del lavoro". Si pensa poi a introdurre, anche in via sperimentale, il compenso minimo per il lavoro subordinato "previa consultazione delle parti sociali". AMPLIAMENTO ASPI PER DISOCCUPATI L'Assicurazione sociale per l'impiego (Aspi), introdotta nel 2012 dalla riforma Fornero, viene rimodulata. Salta la differenza tra Aspi e mini Aspi "rapportando la durata dei trattamenti alla storia contributiva del lavoratore". L'Aspi viene estesa ai cococo, esclusi gli amministratori e i sindaci "mediante l'abrogazione degli attuali ammortizzatori", il passaggio avverrà dopo almeno un biennio di sperimentazione "a risorse definite". È prevista poi l'introduzione di massimali in relazione alla contribuzione figurativa e la eventuale introduzione, una volta esaurita l'Aspi, di una prestazione priva di copertura figurativa versata sulla base dell'Isee. Viene eliminato lo stato di disoccupazione come requisito per l'accesso a servizi assistenziali. (Francesca Piscioneri) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia