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L’euro compie 20 anni: cosa manca ancora alla moneta unica

L’euro compie 20 anni (Getty)
L’euro compie 20 anni (Getty)

Da vent’anni è il simbolo dell’Unione europea. L’euro spegne venti candeline e oggi è la seconda moneta più utilizzata al mondo, utilizzata da 19 nazioni. Nacque nel gennaio del 1999 ma entrò in vigore solo nel 2002.

I vantaggi

L’euro è una valuta forte che ha reso le transazioni finanziarie più rapide e gli scambi dei Paesi membri più facili, all’interno del mercato unico comunitario. Dal 2000 al 2017, il commercio tra Paesi Ue è cresciuto dell’80 per cento.

L’Italia

Nel 2000 l’Italia esportava in Europa 161,6 miliardi di euro e nel 2017 ha raggiunto quota 250 miliardi. La Spagna ha incrementato le esportazioni del 195 per cento, in Olanda si è registrato un +111 per cento e anche la Grecia ha visto raddoppiare il valore dell’export.

La crisi finanziaria

La moneta unica è riuscita a superare la crisi finanziaria che ha travolto l’eurozona, anche grazie alla politica monetaria della Bce. Il quantitative easing, il programma di acquisto dei titoli di Stato avviato da Mario Draghi si è concluso con la fine del 2018, ma in questi anni ha permesso un accesso più facile al credito per famiglie e imprese europee.

Cosa manca

Non ci sono, però, solo aspetti positivi. L’euro ha anche dei limiti. Il primo riguarda l’unione bancaria europea. Manca una protezione sovranazionale per i titolari dei depositi bancari. Non ci può essere solo l’unione monetaria se manca la condivisione dei rischi macroeconomici. Il Fondo monetario internazionale ha sottolineato questa anomalia, invitando l’Ue a lavorare sull’unione fiscale, considerata la più naturale forma di condivisione dei pericoli finanziari e di ridistribuzione delle risorse. Per affrontare anche le grandi sfide, come quella della Brexit. Certo, il Regno Unito ha sempre tenuto la sua sterlina, ma l’addio di Londra metterà alla prova l’intera Unione europea. E, di rimando, anche la sua moneta unica.

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