L’imprenditore birmano che vuole riciclare le biciclette della Cina
In Cina è esploso il bike sharing. Soprattutto quello free floating, ben conosciuto anche in Italia con Mobike e Ofo, ma in Oriente con numeri incomparabili rispetto al resto del mondo. La pratica delle due ruote a noleggio pare ecologicamente sostenibile, ma nel corso degli anni ha avuto effetti collaterali preoccupanti.
I cimiteri di biciclette
In giro per Pechino, Shanghai e altre città cinesi si sono creati dei veri e propri cimiteri di biciclette: rotte, difettose o in alcuni casi semplicemente in sovrannumero, rispetto alla domanda. Un imprenditore birmano, Mike Than Tun Win, ha proposto una soluzione.
La proposta dell’imprenditore
Mike Than Tun Win è disposto ad accollarsi le spese di trasporto e di riparazione delle biciclette cinesi per donarle gratuitamente agli studenti del suo Paese. L’imprenditore è proprietario di un’azienda di trasporti ed è uno startupper seriale. Ha lanciato FlyMya, il primo portale di prenotazione aerea del Paese, e ha fondato Bod Tech Ventures, il primo ecosistema di startup birmane.
L’impresa filantropica
“Comincerei da un primo lotto di 10mila pezzi”, ha fatto sapere Mike Than Tun Win, che cerca partner per la sua impresa filantropica: “Una volta raccolti poi maggiori dati riguardo allo stato delle biciclette e ai costi di riparazione potremo aumentare il numero di importazioni, anche con l’aiuto di enti governativi locali”.
I numeri del bike sharing cinese
In Cina il mercato del bike sharing conta 130 milioni di utenti registrati a fronte di 16 milioni di biciclette, in 250 città. I player più importanti sono Ofo, leader del mercato per raccolta di investimenti, e Hellobike, che ha recentemente superato la ben più conosciuta in Europa Mobike, già presente in Italia a Firenze, Milano e Torino.
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