Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • Dow Jones

    39.188,89
    +19,37 (+0,05%)
     
  • Nasdaq

    17.939,23
    +59,93 (+0,34%)
     
  • Nikkei 225

    40.074,69
    +443,63 (+1,12%)
     
  • EUR/USD

    1,0741
    -0,0001 (-0,01%)
     
  • Bitcoin EUR

    57.635,18
    -906,58 (-1,55%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.309,61
    -34,89 (-2,59%)
     
  • HANG SENG

    17.769,14
    +50,53 (+0,29%)
     
  • S&P 500

    5.484,22
    +9,13 (+0,17%)
     

"Mafia Capitale", ricorso a Riesame per Carminati e altri

Il centro di Roma visto da un elicottero. REUTERS Pictures (Reuters)

ROMA (Reuters) - Alcune delle persone arrestate nell'ambito dell'inchiesta sull'organizzazione mafiosa che avrebbe pilotato gli appalti in Campidoglio, tra cui il presunto capo Massimo Carminati, presenteranno ricorso al Tribunale del riesame. Lo riferiscono oggi fonti legali, mentre sono in corso una serie di interrogatori. Carminati chiederà al Riesame la revoca dell'ordine di custodia cautelare. Altri arrestati chiederanno anche loro la revoca o in seconda istanza la dichiarazione di insussistenza dell'aggravante di tipo mafioso. Martedì la Procura di Roma che indaga sulla cosiddetta "Mafia Capitale" ha fatto arrestare 37 persone. Altre 40 - tra cui l'ex sindaco di centrodestra Gianni Alemanno - risultano indagate. Fra gli arrestati e gli indagati figurano numerose persone vicine ad Alemanno - la cui giunta ha governato Roma tra il 2008 e il 2013 - ma anche esponenti romani del Pd. Secondo gli inquirenti il capo dell'organizzazione era Carminati, 56 anni, chiamato "il Cecato", ex militante del gruppo armato neofascista Nar e legato alla Banda della Magliana, un gruppo criminale che ha imperversato a Roma tra la fine degli anni 70 e gli anni 80. L'attività più importante dell'organizzazione, secondo i magistrati, consisteva nel fare affari con imprenditori e influenzare le scelte di amministratori e manager - con pressioni e promesse, ma anche con minacce - per arrivare poi alla concessione di appalti pubblici a società "amiche" attraverso la corruzione. Gli inquirenti indagano infatti su appalti legati alla gestione dei rifiuti, ma anche di servizi per i profughi e per i campi nomadi nella Capitale. Ieri il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro ha chiesto al sindaco Pd Gianni Marino - sotto la cui amministrazione, secondo il procuratore capo Giuseppe Pignatone, "il clima è cambiato" - di accettare una scorta. Oggi intanto Marino ha affidato al suo profilo Facebook precisazioni su una foto che lo ritrae con uno dei protagonisti dell'inchiesta, Salvatore Buzzi. Il sindaco spiega che l'immagine risale alla campagna elettorale: "Con lui non ho avuto conversazioni di lavoro né quel giorno né mai". Buzzi è considerato dai magistrati il "braccio destro imprenditoriale" di Carminati: ex detenuto con trascorsi di estrema sinistra, aveva creato una serie di cooperative di carcerati. Nell'organizzazione c'era poi un "braccio destro militare", che si sarebbe occupato di attività come l'estorsione e il recupero crediti. Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia