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Mark Zuckerberg e la felpa che offende Wall Street

Wall Street incontra il genio inventore di Facebook e subito storce il naso

Chi ha detto che l'abito non fa il monaco forse non pensava a Mark Zuckerberg e alla polemica scatenata dall'abbigliamento che ha scelto per entrare a Wall Street.

L'ideatore di Facebook si è presentato proprio così, in felpa, lunedì scorso all'incontro nel Tempio della finanza per presentare il proprio gruppo agli investitori. Una mise che è stata considerata indice di scarsa serietà, in particolare da Micheal Patcher, che di mestiere fa appunto l'analista finanziario e che ha dichiarato a Bloomberg tv che, così facendo, Zuckemberg ha dato "segno di scarsa serietà e soprattutto manifestato immaturità". Stando alle parole di Patcher, l'inventore del social network con il maggior numero di utenti nel mondo (845 milioni) avrebbe dovuto dimostrare maggiore rispetto nei confronti delle persone cui stava chiedendo fiducia e...denaro.

Lo stile di Zuckerberg, secondo Patcher, richiama alla mente quello del defunto Steve Jobs che non intendeva dare conto a nessuno del suo eccentrico modo di vestire, sempre uguale (lupetto nero, jeans e sneakers). Ma le polemiche, sebbene il paragone con Jobs sia tutt'altro che di cattivo auspicio, non si sono spente qui.

Sempre a Bloomberg Tv, Patcher ha dichiarato le sue perplessità sull'entrata di Zuckerberg a Wall Street: se è perfetto per essere un Ceo, per guidare il design delle interfacce, per decidere quali debbano essere le loro caratteristiche, non è altrettanto sicuro che sia in grado di guidare un'azienda quotata in Borsa e per la quale dovrà rendere conto agli investitori.





Ma non è solo questione di look: anche la corsa al Tempio della finanza non sembra del tutto lineare. A partire dall'acquisizione recente di Instagram da parte di Facebook per un miliardo di dollari, al vaglio della Federal Trade Commission che  ha aperto un'indagine antitrust per verificare che questa acquisizione rispetti le "leggi della concorrenza".

L'indagine potrebbe posticipare l'entrare in Borsa al secondo trimestre. Bisogna fare poi i conti con l'entusiasmo non proprio alle stelle degli investitori: come riportato sempre da Bloomberg Tv, l'offerta pubblica iniziale (Ipo) avrebbe finora raccolto una domanda inferiore rispetto a quanto appunto si prevedesse (l'Ipo, secondo le aspettative iniziali, dovrebbe essere intorno agli 11 miliardi di dollari). Questo sarebbe dovuto al fatto che la crescita della pubblicità non ha tenuto finora il passo di quella degli utenti.

D'altro canto, Facebook si sta portando avanti con le novità. Al momento sta testando con alcuni utenti il Facebook Highlit ossia un servizio a pagamento che consentirebbe agli iscritti al social network di dare risalto ai propri post e di evitare che scompaiano sommersi dai tanti feed che ogni giorno affollano l'home page.