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Melegatti, il Natale è passato. Ora però è a rischio la colomba

Il logo Melegatti
Il logo Melegatti

La situazione di Melegatti è tornata di nuovo in fase di stallo, dopo il tira e molla degli ultimi mesi.

Le organizzazioni sindacali (Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil) che gestiscono l’affare Melegatti hanno incontrato recentemente il direttore Sergio Perosa. Da questo incontro sono arrivate solo nuvole nere all’orizzonte della celebre azienda dolciaria, visto che non sarebbero state incontrate le richieste dei lavoratori e né ci sarebbe stata chiarezza da parte dell’azienda. Dopo aver prodotto i pandori per il Natale 2017, ora il rischio si è spostato sulla campagna di Pasqua 2018.

I sindacati si sono lamentati della mancanza di chiarezza sulle prossime decisioni, e dunque hanno proclamato lo stato di agitazione per i dipendenti. Che non hanno ricevuto gli ultimi stipendi dopo aver deciso di riprendere la produzione in occasione dell’ultimo Natale. In particolare c’è malcontento per una sensazione di stress e di paura per le famiglie, dovuta appunto all’inconsapevolezza del futuro.

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Grazie all’intervento del fondo maltese Abalone, che prevedeva un innesto di circa 16 milioni di euro, di cui 6 che dovevano essere erogati proprio in prossimità delle feste di natale, alla Melegatti erano riusciti a riprendere la produzione. Nei supermercati e negozi italiani erano arrivati 1,57 milioni tra panettoni e pandoro. La campagna pubblicitaria aveva trovato sfogo sui social network, luogo nel quale l’azienda ha fatto leva sullo spirito di solidarietà degli italiani.

Colomba Melegatti
Colomba Melegatti

La storica azienda veronese attende gli altri 10 milioni per finanziare la campagna di Pasqua. A fine dicembre la situazione sembrava a una svolta con l’arrivo di un partner industriale per Melegatti: la veronese Dal Colle aveva sottoscritto una quota del 30%, puntando soprattutto sulla sinergia industriale – in vista di una produzione continuativa di prodotti anziché “spot” come stava accadendo ultimamente.

Ecco cosa hanno detto i sindacati: “dei 6 milioni annunciati da Abalone ne sono stati sborsati solo 850mila, creando non poche difficoltà gestionali, tra cui soprattutto i pagamenti degli stipendi dei lavoratori