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Perché Milano è meglio di Roma se devi viverci

Un saggio di Micol Arianna Beltramini spiega perché la città della Madonnina è migliore della Capitale

Perché Milano è meglio di Roma (Mondadori)

Roma e Milano le eterne rivali che si giocano il primato di un’Italia che forse di primati non ne ha (quasi) più. In una gara continua a cui assiste forse ignaro e inconsapevole chi magari venendo da altre parti del Belpaese deve scegliere se andare a vivere nella Capitale o preferire la capitale economica.

Di chi deve scegliere se continuare – con tutti gli stereotipi del caso – a vivere in una città dove il clima è comunque mite, in una città che si considera aperta o invece deve scegliere – anche qui stereotipi alla mano – se andare nella fredda e piovosa città meneghina. A prima vista “Perché Milano è meglio di Roma (se ci devi vivere)”  (Mondadori, 2013) di Micol Arianna Beltramini, - classe ‘78 e all’attivo libri molto venduti come “101 cose da fare a Milano almeno una volta nella vita” (Newton Compton) e “Vienimi nel cuore” (Mondadori)  - potrebbe sembrare un saggio-prontuario che tiene conto della situazione economia e lavorativa attuale e aiuta a dipanare la matassa.

In realtà sono 192 pagine divertenti che un lettore può iniziare in una sera e finire… la sera stessa. Dove con ironia, lucidità e analisi oggettiva e soggettiva (Beltramini ha vissuto e lavorato in entrambe e ha scelto la città lombarda) vengono vagliati pregi e difetti sotto la lente delle cose che forse contano di più: lavoro, autonomia (economica ma anche di spostamenti), relazioni e prospettive di carriera. Ma diamo la parola all’autrice.

Lei ha vissuto in entrambe le città e da qui, come dice nell’introduzione, è nata l’idea del libro. Ma c’è stato un episodio scatenante, qualcosa che l’ha portata a scrivere un saggio di questo genere?

“No, nessuno in particolare. Semplicemente, tornata da lì, ho sentito di avere delle cose da dire. L'idea del libro infatti nasce nel 2009, pochi mesi dopo il mio ritorno da Roma. Doveva uscire per un'altra casa editrice, poi non se n'è fatto più nulla. Meglio così probabilmente. Le ha fatto bene decantare un paio d'anni”.

Anche se il libro, nonostante il titolo, non è così aspro nei confronti di Roma anzi sembra quasi di leggere un atteggiamento bonario di chi sa che la Capitale è così e le perdona quegli aspetti che poi la rendono quello che è. Anzi, la maggior parte delle pagine è dedicata a Roma e solo quelle di chiusura di ogni capitolo a Milano. È una scelta voluta? E perché?

“Sì, è una scelta voluta. Prima di cominciare a scrivere ho valutato tutte le mie opzioni: ‘Un libro di lode sperticata a Milano? Che noia’. ‘Un saggio dettagliato e preciso, con tutti i pro e i contro? Altrettanto’. ‘Un dizionario aneddotico? Molto squilibrato’. La scelta più sensata mi è sembrata quella definitiva: prendere bonariamente in giro la Capitale per i suoi difetti e controbattere in coda con un più sobrio (e più breve) specchietto milanese”.

C’è un capitolo che si intitola “Non perdere il tuo tempo”, in cui le due città vengono raccontate dal punto di vista professionale e dove appunto Milano - piaccia o no l’attaccamento al lavoro  - sembra essere più 'professionale'. Pensa che partendo dalle caratteristiche delle due città, si possano descrivere i diversi aspetti che dal punto di vista caratterizzano quest’Italia che comunque continua a essere disomogenea, viaggiare con due marce diverse?


“Che Milano sia capitale economica mi pare indiscutibile: d'altronde, è sede della Borsa. L'attaccamento al lavoro è un altro discorso, credo. Tutti dicono che a Milano si va per lavorare, ed è vero: è senz'altro la città italiana che offre più e più varie possibilità lavorative. Questo, per come la vedo io, fa sì che gran parte della gente che ci vive – non milanese, ovviamente – sia in media più motivata, più decisa a dimostrare quel che vale. In più, che dire? La Milano del lavoro ha un suo ritmo. Ti entra nel sangue in modi che nemmeno sai, al punto che appena te ne allontani tutti gli altri posti ti sembrano addormentati, obsoleti. Qualcuno direbbe meno frenetici. Lo comprendo, sinceramente”.

E questo come si lega al fatto che descrive Milano come la vera città aperta?


“Se vieni da fuori, Milano non ti respinge, per quanto all'inizio possa sembrarti fredda. Escludendo la sottocategoria ‘amicizie e relazioni’, sempre e necessariamente soggettiva, gli strumenti che ti dà sono quelli base di sussistenza: casa, lavoro, vivibilità discreta. Una possibilità effettiva, insomma, senza tante smancerie. Da lì in poi sta a guardare come ti muovi. Chi viene da fuori e ci è rimasto – la gran parte dei cittadini, a differenza di Roma – le riconosce questo tipo di apertura”.

Ai mezzi e alla viabilità in genere dedica addirittura tre capitoli, perché?

“Perché uno non era sufficiente! No, sul serio, il libro aveva ormai preso una struttura più o meno precisa, ogni capitolo un certo numero di pagine. Accorpare tutto quel che avevo da dire in merito alla viabilità in un capitolo solo avrebbe creato un grande squilibrio rispetto agli altri. Senza contare che ne ho scritti tre, ma avrei potuto scriverne anche quattro – di certo non mancava il materiale…”

In due capitoli, “Lavorarci non è un incubo” e “Più meritocratica", lei fa passare il concetto di come nella Capitale sia più facile ricevere delle “sòle” (alias fregature) lavorative anziché a Milano. Non esagera in questo? O meglio cosa intende dire? Si legge anche che i Romani per lavorare bene preferiscono fare affari o con Milano o con l’estero… allora perché ancora la gente continua ad amare e scegliere Roma?

Per lo stesso motivo per cui scelgono donne bellissime ma con cui è impossibile vivere, credo. Aggiungerei che per i capitoli su occupazione e mondo del lavoro, oltre all'esperienza mia e di tante altri con cui mi è capitato di parlare, mi sono basata su dati statistici. Per cui sì, confermo la mia percezione e l'effettivo riscontro pratico”.

Se non ci devi vivere, ma sostare alla fine è meglio Milano o Roma?


“Dipende da cosa intendi per sostare: se intendi 'breve vacanza', sicuramente meglio Roma – è senz'altro tra le città più belle del mondo. Se invece cerchi parcheggio... in bocca al lupo in tutti e due i casi”.