Annuncio pubblicitario
Italia markets open in 5 hours 55 minutes
  • Dow Jones

    38.085,80
    -375,12 (-0,98%)
     
  • Nasdaq

    15.611,76
    -100,99 (-0,64%)
     
  • Nikkei 225

    37.606,80
    -21,68 (-0,06%)
     
  • EUR/USD

    1,0730
    -0,0003 (-0,03%)
     
  • Bitcoin EUR

    59.930,09
    -252,39 (-0,42%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.386,35
    +3,78 (+0,27%)
     
  • HANG SENG

    17.284,54
    +83,27 (+0,48%)
     
  • S&P 500

    5.048,42
    -23,21 (-0,46%)
     

Pernigotti, addio alla storica fabbrica

La storia dell’azienda parte dal 1860, quando Stefano Pernigotti apre nella piazza del Mercato a Novi Ligure (AL), una drogheria specializzata in “droghe e coloniali”. (Credits – Instagram)
La storia dell’azienda parte dal 1860, quando Stefano Pernigotti apre nella piazza del Mercato a Novi Ligure (AL), una drogheria specializzata in “droghe e coloniali”. (Credits – Instagram)

E’ uno dei nomi che significano torrone e cioccolatino, ma a breve chiuderà i battenti. Probabilmente il nome non scomparirà, ma lo farà la storica fabbrica di Novi Ligure. Parliamo della Pernigotti, la storica azienda dolciaria nata nel 1860. Ma oggi i proprietari, turchi, vogliono delocalizzare e, dunque, ecco che i famosi cioccolatini verranno prodotti in qualche Paese dove la mano d’opera costa meno.

La storia dell’azienda parte dal 1860, quando Stefano Pernigotti apre nella piazza del Mercato a Novi Ligure (AL), una drogheria specializzata in “droghe e coloniali” e già rinomata fin dagli inizi per la produzione di un pregiato torrone. Nel 1868, a seguito di una crescente notorietà dei prodotti del negozio, Stefano decide di fondare assieme al figlio (Francesco, 1843-1936) venticinquenne una società: il 1 giugno del 1868 nasce ufficialmente, con un capitale di seimila lire, la “Stefano Pernigotti & Figlio”, azienda alimentare specializzata in produzione dolciaria.

Il primo riconoscimento ufficiale arriva il 25 aprile 1882 quando Re Umberto I in persona concede alla società la facoltà di innalzare lo stemma reale sull’insegna della sua fabbrica, che accompagnerà il logo dell’azienda fino al 2004. In questa maniera, l’azienda diventa fornitore ufficiale della famiglia Reale italiana. Nel 1914 con la Prima guerra mondiale alle porte, il Governo Italiano proibisce l’impiego dello zucchero per la preparazione dei generi dolciari, fra i quali il torrone: ciò che poteva rappresentare un grave ostacolo per la produzione, si trasforma, grazie alla geniale intuizione di Francesco, in un’innovazione che arricchisce la qualità dell’azienda. L’assenza di zucchero, infatti, è sapientemente colmata da una maggiore concentrazione di miele, dando vita ad un nuovo torrone dalla consistenza unica.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Nel 1935 Paolo Pernigotti acquista la ditta Enea Sperlari, azienda cremonese specializzata nella produzione del torrone. Nel 1936 Paolo avvia una nuova produzione, quella dei preparati per gelateria, che ancora oggi è uno dei punti di forza dell’azienda. Nel 1944 un bombardamento distrugge l’opificio che viene ricostruito e trasferito negli ex magazzini militari di viale della Rimembranza che adesso chiudono. Con gli anni ottanta sopraggiunge un periodo di crisi che porterà alla cessione della Sperlari nel 1981 agli americani della H.J.Heinz Company. Nel 1995 Stefano Pernigotti, rimasto senza eredi dopo la scomparsa dei due figli ancora giovanissimi in un incidente stradale in Uruguay nel luglio 1980, decide di cedere lo storico marchio novese alla famiglia Averna, nota per i successi legati al settore delle bevande alcoliche. Nel 2000 cede anche la Streglio ad una nipote. L’11 luglio 2013 l’azienda viene ceduta dalla famiglia Averna al gruppo turco appartenente alla famiglia Toksöz, attivo nel dolciario, nel farmaceutico e nel settore energetico.

E proprio i Toksöz ieri hanno annunciato l’addio alla storica sede di Novi Ligure dove ci sono ancora 200 dipendenti, di cui 50 in produzione e il resto in amministrazione e vendita. 100 i licenziamenti annunciati. Con i famosi torroni che, dunque, verranno prodotti in Turchia.

Potrebbe anche interessarti:

Fisco, l’evasione costa 100 miliardi all’anno. Quali sono i balzelli più odiati

L’Italia spreca sempre meno a tavola

Natale, come programmare la corsa ai regali risparmiando