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Pop Vicenza, Veneto Banca, domani avvio confronto con Bce su piano

di Andrea Mandala'

MILANO (Reuters) - Pop Vicenza e Veneto Banca avviano domani i colloqui con la Bce per definire il piano industriale la cui bozza è stata illustrata oggi ai consigli delle due banche.

"Adesso inizia il confronto con la Bce, vedremo cosa ci dirà", ha detto Gianni Mion, presidente di Pop Vicenza, uscendo dal Cda della banca che si è svolto a Milano.

Da parte sua, Veneto Banca oggi ha riunito il consiglio a Roma.

Fabrizio Viola, AD di Pop Vicenza e presidente del comitato esecutivo di Veneto Banca, presente a Roma, ha illustrato ai consiglieri delle due banche il piano che tra i punti principali, oltre al progetto di fusione e al taglio dei costi, include anche le misure di rafforzamento patrimoniale anche alla luce dell'atteso deconsolidamento degli Npl.

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Mion non ha voluto rispondere alle domande su alcuni dettagli del piano, limitandosi a dire che è ancora "prematuro", anche in riferimento al possibile intervento del fondo Atlante, azionista unico delle due banche, per acquisire gli Npl delle banche.

In particolare, dal confronto con la Bce dovrà essere definito il fabbisogno di capitale e gli strumenti per coprirlo, senza escludere anche un intervento dello Stato. Il piano definitivo dovrebbe essere quindi annunciato a fine febbraio. Al momento l'agenda delle due banche prevede dei consigli il 21 febbraio.

Secondo una fonte vicina alla situazione l'intervento dello stato sul capitale, che comporterebbe perdite su alcune categorie di bondholder, potrebbe avvenire sul presupposto che le due banche hanno fallito lo scenario avverso degli stress test che la Bce ha effettuato lo scorso anno su 56 istituti che non ricadevano nel campione testato dall'Eba. Bce non ha reso noto gli esiti ma li ha utilizzati nell’ambito delle valutazioni del processo Srep.

Non è ancora chiaro, nè è stato definito, l'eventuale strumento di intervento dello stato. Anche Atlante, che ha salvato le due banche venete in occasione della fallita Ipo investendo complessivamente 2,5 miliardi nei due aumenti di capitale, porebbe intervenire utilizzando 1,7 miliardi residui non investiti nelle sofferenze Mps (BMPS.MI). Le risorse sono però custodite in Atlante 2, destinato a investimenti in Npl.

Si potrebbe profilare, secondo una fonte, un mix di intervento tra bond e equity per evitare che Atlante sopporti una forte perdita dell'investimento.

A fine dicembre scorso il fondo gestito da Quaestio aveva annunciato inoltre l'impegno a effettuare un versamento in conto aumento capitale delle due banche per complessivi 938 milioni di euro

Le stime sull'aumento di capitale necessario, anche alla luce delle perdite attese derivanti dal deconsolidamento di 17,3 miliardi nominali di crediti deteriorati complessivi (a fine giungo), ammontano a 2,5 miliardi di euro.

Oggi il quotidiano Repubblica parla di 5,7 miliardi necessari per mettere in sicurezza la banca di cui 2 miliardi circa per mano pubblica con un bond statale, cifre che una fonte vicina alla situazione giudica ragionevoli.

Ma secondo una fonte vicina al consiglio si tratta di una cifra eccessivamente elevata rispetto al fabbisogno effettivo delle banche.

Secondo la fonte non c'è ancora un quadro dettagliato né sui numeri né sugli strumento e anche una eventuale 'ricapitalizzazione precauzionale dello stato' "dipende dai numeri", ovvero dalle esigenze di capitale che emergeranno nel confronto con la Bce.

Un'altra fonte vicina alla sitazione sottolinea inoltre che, per mettere a punto il piano di intervento sul capitale, bisogna aspettate chiarimenti sull'effettiva applicabiltà del decreto del governo che ha stanziato una dotazione di 20 miliardi per interventi a supporto del sistema bancario.