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RES PUBLICA - La "terra di mezzo" alla battaglia del Quirinale

Turisti a passeggio davanti al Colosseo a Roma. REUTERS/Alessandro Bianchi (Reuters)

di Paolo Biondi ROMA (Reuters) - C'è un folto gruppo di grandi elettori che si sta preparando agguerrito alle elezioni del successore di Giorgio Napolitano al Quirinale. Secondo Ugo Magri oggi sulla Stampa, è un "esercito potenziale di 150 elettori" quello dei centristi, seppur divisi in cento rivoli ma "pronti ad agire di conserva fra loro". Più che offrire alla contesa un candidato, la loro opera potrebbe essere decisiva soprattutto come interdizione, "per vietare a Renzi di mettere al posto di Napolitano un clone, un fido esecutore". Magri sorride chiamando questo raggruppamento la "terra di mezzo (senza allusioni a Carminati)". Nessun rapporto con l'inchiesta romana che terremota il mondo politico. Eppure l'inchiesta "mafia capitale" sta già pesando sulla partita del Quirinale. Non solo perché tira in ballo nomi come quello dell'ex sindaco Valter Veltroni (citato per il coinvolgimento del suo vice capo di gabinetto), finora uno dei più forti candidati ai nastri di partenza della gara e che si è sentito in dovere di chiamarsi fuori con una lettera a Repubblica; o quello del braccio destro berlusconiano Gianni Letta gran tessitore di accordi e confluenze trasversali; o mettendo fuori gioco pacchetti come quello della destra alemanniana dei Fratelli d'Italia. L'inchiesta pesa soprattutto per quanto incide sui rapporti politici, sugli equilibri all'interno del Pd e sull'esigenza di ricercare nomi al di sopra di ogni sospetto e in grado di mettere d'accordo tutti: uno o una "competente, indipendente, intelligente", come invoca l'editoriale di Antonio Polito sul Corriere della sera. ((Redazione Roma, reutersitaly@thomsonreuters.com, +39 06 85224352, Reuters Messaging: paolo.biondi.reuters.com@reuters.net)) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia