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Riforme, governo battuto al Senato, Renzi invita Pd alla calma

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi in una immagine di archivio. REUTERS/Remo Casilli (Reuters)

ROMA (Reuters) - Con sette voti di scarto il governo ha subito la prima battuta d'arresto al Senato sul disegno di legge che riforma la Costituzione, in un voto segreto su un emendamento proposto dalla Lega Nord. Ma il premier Matteo Renzi, nel pomeriggio, ha invitato il proprio partito, il Pd, alla calma, spiegando che "loro hanno finito il tempo, noi no", con riferimento ai tempi contingentati del dibattito in aula. All'opposizione, che sta facendo ostruzionismo, si sono aggiunti i voti dei diversi dissidenti dei partiti di maggioranza e di Forza Italia contrari al progetto che riduce il Senato ad una Camera delle autonomie senza legame di fiducia con il governo, oltre ad una quarantina di "franchi tiratori". L'emendamento del leghista Stefano Candiani, secondo cui il Senato mantiene il potere di fare leggi al pari della Camera sui temi di famiglia e salute, è stato approvato con 154 sì e 147 no e due astenuti. Il voto segreto era stato concesso perché riguardava un "tema etico". La riforma prevede di ridurre il numero dei senatori e le loro competenze, declassando Palazzo Madama ad un'assemblea con funzioni perlopiù consultive della Camera dei deputati sulle proposte di legge. "Nessun problema, avevamo messo in conto di poter andare in minoranza su singole questioni. La riforma prevede 4 letture e quindi sono naturali modifiche e cambiamenti. L'emendamento approvato non è un caposaldo del disegno di legge costituzionale", ha commentato il senatore del Pd Andrea Marcucci. Ma il nervosismo nella maggioranza è palpabile al Senato, che vuole evitare altri voti segreti, temendo per la sua tenuta. Dopo una lunga polemica in aula il presidente Pietro Grasso ha negato il voto segreto su un altro emendamento giudicato "a rischio", quello che riduceva da 630 a 500 il numero dei deputati. Con il voto palese l'emendamento è stato respinto. RENZI CONFERMA APERTURA SU LEGGE ELETTORALE "Dobbiamo utilizzare tra di noi un linguaggio tranquillo, non è il remake dei 101, ma resta l'amaro in bocca", ha detto Renzi, commentando il voto segreto, nel pomeriggio alla direzione del Pd. Il riferimento era alla vicenda della bocciatura di Romano Prodi a presidente della Repubblica, lo scorso anno, quando decine di voti democratici mancarono all'appello."Non credo che sia una vicenda tutta interna al Pd, anzi credo che se dovessi scommetterci direi che sono stati più altri che noi", ha detto ancora il premier."Fino a qualche ora fa si diceva che la riforma non sarebbe mai passata e che saremmo stati impantanati fino a Natale... invece sta andando tutto nel modo deciso". Ma il leader democratico ha anche rilanciato sul tema della legge elettorale, confermando le aperture annunciate il 28 scorso ai senatori, con l'obiettivo di "alzare un po' la soglia per la quale ottenere il premio di maggioranza, cercare di introdurre un sistema di preferenze... e cercare di trovare un sistema coerente di soglie di sbarramento". "Credo che si possa fare lavorando insieme ai contraenti il patto, ai quale va chiesto un impegno maggiore anche sul tema della rappresentanza di genere", ha detto ancora il premier, in vista della discussione sull'Italicum al Senato, che inizierà non prima di settembre. (Roberto Landucci e Massimiliano Di Giorgio) Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia