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RES PUBLICA - Riforme, le maggioranze variabili di Renzi

Il premier Matteo Renzi. REUTERS/Vincent Kessler (Reuters)

di Paolo Biondi ROMA (Reuters) - Settimana cruciale per il cammino delle riforme in Senato. Le difficoltà solo per convocare l'incontro di oggi (saltato) fra il Pd e il Movimento 5 stelle dicono quanto travagliato sia. Raccontano però anche quanto l'era Renzi abbia introdotto nuove maggioranze, scompaginando le vecchie sia sul fronte di governo sia su quello delle riforme, quella elettorale e quelle costituzionali. Sul fronte della riforma del Senato l'apertura di Matteo Renzi al dialogo con i grillini non solo ha tolto i 5 stelle dallo sterilizzatore nel quale si erano finora cacciati al di fuori di ogni confronto parlamentare tradizionale, sia pure di opposizione. Ma ha anche una valenza interna alla maggioranza: serve per dimostrare ai contestatori, appartenenti alla sinistra del Pd, che la linea renziana sa accogliere interesse anche sui fronti più avanzati delle riforme e con quegli stessi grillini con i quali Pier Luigi Bersani aveva inutilmente tentato il dialogo all'inizio della legislatura. E' una considerazione questa che vale sia che il dialogo prosegua sia che si areni, poiché comunque è avviato. Sull'altro fronte, quello del centrodestra dove numerosi esponenti di Forza Italia (al di là dei sospetti di "regicidio" avanzati da Giuliano Ferrara sabato scorso), contestano l'accordo fra Renzi e Silvio Berlusconi, è l'apertura dei leghisti di Matteo Salvini a sterilizzare i contestatori. Non è solo una questione di numeri nel voto in Senato: queste maggioranze variabili mostrano una delle caratteristiche di Renzi di giocare sulla scena politica non solo da unico protagonista ma anche al di fuori di schemi precostituiti. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia