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Sistema Moda Italia a governo: servono 8 mld per rilancio settore post Covid

Modelli sfilano durante la fashion week a Milano, Italia, 16 gennaio 2021

MILANO (Reuters) - Servono 8 miliardi di euro per far ripartire l'industria della moda italiana dopo la crisi innescata dall'epidemia di coronavirus.

E' la richiesta avanzata al governo da Smi (Sistema Moda Italia), la federazione del tessile e della moda che, con l'aiuto della Business School dell'Università Carlo Cattaneo, ha elaborato un piano di interventi per il rilancio dell'industria già inviato al presidente del consiglio Mario Draghi e ai ministeri economici e del lavoro.

Senza questa corposa iniezione di risorse, spiega Smi, il rischio è che in tre anni vadano perduti 70.000 posti di lavoro (-17%) e 6.500 imprese (il 15% del totale), con un fatturato complessivo ancora lontano (-16%) dai livelli del 2019.

"Solo con una solida politica di investimento sarà possibile preservare la filiera della moda italiana, che è l'unica rimasta intatta in Europa e va tutelata", ha detto il presidente di Smi Marino Vago nel corso di una conferenza online.

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La proposta di Smi è articolata in tre fasi: un primo pacchetto di emergenza di 2 miliardi, che prevede il prolungamento della Cassa Covid per tutto il 2021 e l'accompagnamento delle imprese in fase di ristrutturazione, con misure di prepensionamento, prolungamento della Naspi, finanziamento delle politiche di riqualificazione e ricollocamento dei lavoratori. Più un contributo a fondo perduto, tramite credito di imposta, per le piccole e medie imprese che hanno subito maggiormente l'impatto della pandemia sul conto economico.

Segue un pacchetto più corposo, di 4 miliardi, che non ha carattere compensativo o assistenziale, ma è finalizzato allo sviluppo strutturale della filiera. Si tratta di contributi alla sostenibilità, all'innovazione creativa e tecnologica, all'occupazione ad esempio tramite l'agevolazione del reshoring e delle nuove assunzioni, e di un alleggerimento fiscale della bolletta energetica.

Questo permetterebbe alla filiera di recuperare interamente in 36 mesi le perdite generate dalla pandemia e permetterebbe la creazione di circa 70.000 posti di lavoro, evitando quindi l'emorragia attesa se non ci fossero questi interventi.

Infine, è previsto un ulteriore terzo pacchetto di 2 miliardi focalizzato da un lato sulla crescita professionale dei lavoratori e sulla formazione scolastica, e dall'altro su un piano di promozione del made in Italy e dell'Italia nel suo complesso.

"E' un investimento per tutto il Paese", ha concluso Vago sottolineando che i tempi di risposta saranno fondamentali perché il rilancio del settore possa avere successo.

(Claudia Cristoferi, in redazione a Roma Francesca Piscioneri)