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Stefanel chiederà proroga a tribunale, serve tempo con fondi e banche

MILANO (Reuters) - Stefanel chiederà altro tempo al tribunale di Treviso perché l'accordo di ristrutturazione e rilancio con le banche creditrici e con i fondi Oxy Capital e Attestor è ancora in fase di negoziazione e la scadenza del 6 marzo fissata dai giudici è troppo vicina. Lo dicono due fonti vicine alla situazione. "L'accordo è impostato ma manca ancora la definizione di alcuni punti, sia tra società e investitori che tra società e banche", dice una delle fonti che parla comunque di fiducia delle parti sul raggiungimento di un'intesa. Una volta risolte le questioni rimaste aperte, ricordano le fonti, andranno chiusi vari passaggi formali, tra cui il via libera dei Cda delle banche creditrici, e questo richiederà un certo tempo. "Si andrà certamente oltre il 6 marzo", dice una delle fonti. A novembre Stefanel ha chiesto e ottenuto dal Tribunale di Treviso quattro mesi (fino al 6 marzo) di protezione dai creditori per la presentazione definitiva di un concordato preventivo o di una domanda di omologa di accordo di ristrutturazione dei debiti, ultima chance per evitare il fallimento. Le norme prevedono la possibilità di una proroga di altri due mesi. Nel frattempo il gruppo ha avviato trattative esclusive con Oxy Capital Italia e Attestor Capital per la cessione della maggioranza del capitale, oggi in mano al fondatore Giuseppe Stefanel. L'operazione prevederebbe l'acquisto da parte dei fondi "di un consistente ammontare di crediti chirografari vantati dal ceto bancario", la ricapitalizzazione della società tramite la sottoscrizione di "strumenti finanziari di equity" attraverso la conversione dei crediti bancari ceduti e l'iniezione di nuova finanza sia da parte dei nuovi investitori che da parte delle banche. Secondo una delle fonti "è probabile" che una parte dei crediti bancari rimarranno in capo agli istituti e saranno convertiti in azioni. A fine dicembre l'indebitamento finanziario netto del gruppo ammontava a 85,6 milioni. L'allarme sullo stato di salute della società di abbigliamento, da qualche anno impegnata in un riposizionamento del brand su una fascia più alta per sfuggire alla pressione di concorrenti come H&M e Zara, è scattato lo scorso marzo con l'approvazione dei conti 2015, che hanno sancito la rottura dei covenant finanziari previsti dall'ultimo accordo di ristrutturazione del debito. Le banche creditrici sono Unicredit, Intesa SP, Bnp (Bnp Paribas), Banco Bpm, Pop Vicenza, Veneto Banca, Mediocredito del Friuli Venezia Giulia. (Claudia Cristoferi) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia