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Con il subentro di May migliorano le richieste per la GBP

Ieri gli indici azionari USA hanno fatto registrare un nuovo massimo storico, gli investitori sembrano, infatti, aver messo da parte le loro preoccupazioni sul rallentamento della crescita globale e sulle ricadute della Brexit. Ieri, a Wall Street, l’indice Dow Jones Industrial Average ha superato il record precedente, risalente al 19 maggio 2015, raggiungendo i 18.259,12 punti. L’S&P 500 ha fatto registrare, per il secondo giorno di fila, un nuovo massimo storico pari a 2.155,40 punti.

Sul mercato obbligazionario, durante la seduta asiatica i rendimenti dei titoli USA sono scesi lievemente, riprendendo fiato dopo un rally durato cinque giorni. I rendimenti dei titoli a due anni, sensibili alla politica monetaria, sono scesi allo 0,6752% dallo 0,69%; i rendimenti dei decennali sono calati all’1,4875% dopo aver testato l’1,5288%. Il rally dei rendimenti dei titoli di Stato dovrebbe continuare, perché gli investitori continuano a preferire asset più rischiosi sulla scia del miglioramento della propensione al rischio.

Sul mercato forex, la sterlina britannica ha continuato il suo rally, mentre Theresa May si accinge ad assumere la carica di Primo Ministro. Il fatto che abbia detto chiaramente che l’uscita non sarà affrettata ha dissipato le nuvole nel breve periodo, permettendo alla sterlina di compiere un rally per il quarto giorno consecutivo, salendo a 1,33 USD, mentre venerdì si aggirava ancora intorno a 1,29 USD. Tuttavia, il potenziale rialzista della sterlina potrebbe essere limitato perché la BoE (Shenzhen: 200725.SZ - notizie) giovedì dovrebbe tagliare il tasso d’interesse di riferimento. A Tokyo, la coppia GBP/USD si è mossa all’interno della fascia compresa fra 1,3225 e 1,3338, dopo essere inciampata nell’area di resistenza a 1,3350 (massimi precedenti d’inizio luglio).

In Giappone, lo yen si è stabilizzato dopo aver compiuto un rally di circa il 4% negli ultimi tre giorni. Prevediamo che lo yen giapponese torni a scendere, perché gli operatori continuano a riacquistare i corti e gli investitori aggiustano le loro posizioni in vista della riunione della BoJ di fine luglio. La coppia USD/JPY ha ceduto un marginale 0,50%, scendendo a 104,42 dopo aver toccato quota 104,99 a Wall Street.

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Le valute legate alle materie prime hanno subito un colpo: mercoledì NZD, AUD, NOK e CAD sono scese bruscamente perché i prezzi del greggio sono calati ulteriormente e gli operatori hanno incassato i profitti recenti. La coppia NZD/USD ha ceduto circa l’1% rispetto al massimo di Wall Street, in calo a 0,7250, il dollaro australiano è scivolato dello 0,90%. Le due valute non sono riuscite a violare al rialzo le rispettive resistenze chiave, mentre si stabilizzavano i prezzi del greggio. L’USD/CAD è salito leggermente, a 1,3070, l’USD/NOK ha guadagnato lo 0,40%.

Oggi gli operatori monitoreranno l’IPC (Francoforte: IPEN.F - notizie) in Spagna, Italia e Russia; la produzione industriale nell’Eurozona; le domande di mutui MBA, la dichiarazione mensile sul budget, il Libro Beige e le scorte di greggio negli USA; le vendite al dettaglio in Sudafrica; la decisione sul tasso d’interesse in Canada.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online