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Ti stai preparando per un concorso? Ecco il modo peggiore di studiare

Studiare per un concorso (foto: Getty Images)
Studiare per un concorso (foto: Getty Images)

Se stai per partecipare a un concorso pubblico, o stai per affrontare un esame (di università o di guida) o stai per vivere un colloquio di lavoro su un argomento che conosci poco, allora devi studiare. E studiare significa programmare, pianificare e investirci del tempo prezioso.

Infatti secondo il comportamento del nostro cervello, studiare all’ultimo momento nella fatidica notte prima degli esami è assolutamente controproducente. Anche se alla mattina si ha l’impressione di ricordarsi tutto, o almeno tutto quello che si è letto la notte precedente, una volta davanti ai quesiti d’esame tutto si fa più scuro e meno comprensibile. Perché accade ciò?

La psicologia dice che l’entusiasmo della mattina, quando si scopre che sui punti fondamentali dello studio è rimasto qualcosa, dà al partecipante all’esame una falsa aspettativa che inevitabilmente viene cancellata dalla realtà. Infatti lo studio tardivo non mette in moto i collegamenti tra i diversi argomenti, e capita quindi di perdere la lucidità quando viene richiesto un ragionamento o un calcolo non previsto.

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Molte volte a questi esami o concorsi si viene bocciati, per superficialità ovviamente. Ma chi riesce, come si dice in gergo, a ‘sfangarla’ non dovrebbe andare troppo orgoglioso. Infatti lo studio tardivo della notte ha due conseguenze; la prima è che dopo 24 ore non rimane praticamente nulla di ciò che è stato imparato, rendendo inutile lo studio; la seconda è che il risultato dell’esame difficilmente sarà ottimale: risulterà essere un compromesso. In Italia c’è il lusso di poter rifiutare un voto e ritentare l’esame, mentre in altre nazioni (come la Svizzera) molte università danno una sola opportunità per rendere al meglio.

Robert A. Bjork, professore di psicologia alla UCLA, dice: “Studiare la notte prima degli esami ha un effetto drammatico sui risultati. Funziona bene per passare l’esame in senso stretto, in particolare se è il giorno dopo. Ma è un beneficio a brevissimo termine. Si accompagna infatti a un altissimo tasso di buchi di memoria nei giorni successivi“.

Qualche consiglio? Dato il materiale a disposizione per studiare, leggilo ogni giorno in un lasso di tempo costante, in modo da non abbandonare la presa. Inoltre, fai girare il materiale: non studiare per una stessa settimana un argomento, passando poi a un altro. Mantieni la mente focalizzata sul ragionamento piuttosto che sullo studio a memoria.

Questo viene utile anche per gli insegnanti: sempre più testimonianze dimostrano come lezioni più eterogenee abbiamo maggior probabilità di essere ricordate rispetto a quelle monotematiche.

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