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Vacanze, finita l’era dei villaggi all inclusive. Si punta su benessere e natura

(Getty)
(Getty)

I gusti dei 38 milioni di italiani che quest’anno viaggiano alla ricerca della vacanza perfetta sono cambiati. Dimenticatevi i villaggi all inclusive, tutti uguali, con animazione 24 ore al giorno, identici in ogni parte del mondo. La cultura vacanziera è mutata, diventando più attenta alla realtà locale e alla natura.

Chi ha saputo trasformarsi

I mega villaggi turistici degli anni Ottanta e Novanta sono finiti. Chi ha saputo cambiare pelle, oggi intercetta i nuovi gusti dei vacanzieri e gode di ottima salute. Gli esempi, due su tutti, sono Alpitour – che nel 2017 ha raggiunto un giro d’affari da 1,22 miliardi – e Club Med, con un fatturato da oltre 1,5 miliardi di euro.


E chi non è riuscito

I villaggi che non sono stati in grado di mutare la propria proposta turistica, aprendola agli aspetti più naturalistici e culturali del luogo, sono inesorabilmente defunti. Un nome che racchiude il senso della disfatta: Valtur. Il marchio della vacanza per eccellenza fino ai primi anno del Duemila è scomparso, rilevato dopo il fallimento dal gruppo pugliese Nicolaus.

Il nuovo paradigma turistico

I viaggiatori moderni stanno meno tempo in uno stesso luogo e viaggiano in periodi diversi dell’anno, non più solo ad agosto. “I villaggi moderni sono quelli in grado di garantire comfort elevati, anche dal punto di vista tecnologico. Ma anche quelli in grado di permettere agli ospiti di scegliere in che modo divertirsi e quali usi e costumi del territorio scoprire e sperimentare”, commenta il presidente di Confindustria Alberghi, Giorgio Palmucci. “Nessuno oggi accetterebbe un’animazione invadete, una giornata pianificata in ogni istante, una proposta massificata e sempre uguale”. E’ la nuova frontiera della vacanza: parola d’ordine, sperimentare.

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