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Varianti Covid, nuova allerta: "Ingannano i farmaci"

Le varianti del coronavirus continuano a preoccupare l’Italia, dopo i tre casi di positività a quella brasiliana scoperti in Abruzzo che si vanno ad aggiungere al primo caso registrato a Malpensa e alle decine di casi di variante inglese segnalate negli ultimi giorni in diverse Regioni. Il rischio non è solo quello che possano rendere meno efficaci i vaccini anti-Covid, ma anche gli anticorpi monoclonali che si stanno affacciando sul mercato, una questione delicata su cui stanno provando a fare luce diversi studi.

Uno studio americano pubblicato su Science e coordinato dal Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle ha dimostrato che le mutazioni che potrebbero 'ingannare' gli anticorpi monoclonali stanno già circolando, anche se a bassi livelli.

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I ricercatori hanno usato una nuova tecnica di mappatura per valutare quali mutazioni della proteina virale Spike (in particolare quelle della porzione chiamata 'RBD') influiscono sul riconoscimento da parte degli anticorpi monoclonali in commercio, ovvero il cocktail REGN-COV2 della Regeneron (usato anche da Trump) e l'anticorpo LY-CoV016 della Eli Lilly.

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Sono così emerse diverse mutazioni che permettono al virus di rendersi invisibile: addirittura una singola mutazione riuscirebbe a ingannare entrambi gli anticorpi presenti nel mix della Regeneron.

Giuseppe Novelli, genetista dell'Università di Roma Tor Vergata, ha dichiarato: "Questo metodo di mappatura delle mutazioni sarà utilissimo per selezionare meglio gli anticorpi contro le nuove varianti. Sapevamo fin dall'inizio che il virus poteva mutare e che sarebbero emerse forme resistenti: per questo è importante che i governi diversifichino gli investimenti puntando su vari tipi di anticorpi, così come è stato fatto coi vaccini".

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