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Verbali del FOMC in primo piano, la BoC non interverrà

La BoC non interverrà, USD/CAD soggetto a pressioni al ribasso

By Arnaud Masset

Si prevede che oggi la Banca del Canada (BoC) lascerà il suo tasso di riferimento invariato allo 0,50%. La banca centrale manterrà il suo approccio neutrale; il governatore Poloz, infatti, non vuole far deragliare la ripresa in corso. Nonostante la battuta d’arresto del primo trimestre, l’inflazione si sta spostando lentamente verso il centro della fascia obiettivo. Sul fronte della crescita, l’economia canadese è riuscita a mantenere lo slancio positivo e a febbraio è cresciuta del 2,5% a/a.

Oltre all’andamento molto incerto dei prezzi del petrolio, il presidente Trump rimane una delle preoccupazioni centrali. Dopo aver introdotto dazi sulle importazioni di legname dal Canada, la rinegoziazione del NAFTA sarà un altro shock pesante per l’economia. Prevediamo, dunque, che la BoC sottolineerà in primis le incertezze sulle prospettive d’inflazione e la minaccia al rapporto di scambi privilegiato con gli USA.

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La reazione dell’USD/CAD dovrebbe essere limitata. La coppia di valute sta stornando i guadagni d’inizio mattinata ed è tornata a 1,3510. Rimaniamo rialzisti sulla coppia perché prevediamo che l’attenzione dei partecipanti al mercato si sposterà lentamente verso il corso di restringimento della Fed e che inizieranno a ricaricare le scommesse rialziste sul biglietto verde.

Taglio del rating cinese

By Peter Rosenstreich

Come previsto, Moody’s ha rivisto al ribasso il rating sul credito sovrano cinese, da Aa3 ad A1, portando l’outlook a stabile. Secondo Moody’s, il taglio è dovuto all’aumento della leva finanziaria e al fatto che il rallentamento dell’economia eserciterà pressioni sulle passività indirette. Tuttavia, il miglioramento delle prospettive a stabili indica che, con un rating A1, i rischi sono equilibrati.

Il Ministero delle Finanze cinese ha reagito subito alla valutazione di Moody’s, sostenendo che il debito dei governi locali e delle imprese statali non dovrebbe essere considerato una passività del governo federale. I mercati monitoreranno il rating di S&P in vista di una possibile reazione, visto che la Cina ha ancora un rating AA (Francoforte: A116XA - notizie) - con outlook negativo. Sebbene i tagli al rating non abbiano danneggiato le borse cinesi, l’AUD è sceso sulla scia della debolezza delle materie prime e del rischio in Cina.

A nostro avviso, la probabilità di un crollo vero e proprio è bassa, considerata la loro abilità di gestire i flussi di capitale. La decisione sul rating di oggi è però un altro campanello d’allarme che ricorda ai mercati che il ritmo della crescita dei crediti e la sostenibilità del debito sono preoccupanti. Non è chiaro se le autorità cinesi avranno il coraggio di restringere ancora la politica, rischiando di danneggiare la già debole crescita economica.

Rialzo del petrolio contenuto

By Peter Rosenstreich

Dalla riunione dell’OPEC di domani dovrebbe arrivare la decisione di prorogare di 9 mesi l’accordo sul taglio della produzione. Sospettiamo che gran parte dei tagli fosse già scontato, visto che dal 5 maggio il WTI è salito da $44 a $51,60. Ovviamente se non vi fosse una proroga avremmo una reazione asimmetricamente negativa, invece un taglio più marcato, inaspettato, farebbe salire il petrolio.

Poiché le aspettative sono elevate e ulteriori rialzi del petrolio improbabili, assisteremo probabilmente a una ricaduta delle valute sensibili al petrolio come RUB, CAD e NOK. Inoltre, nel bilancio USA si propone la vendita di 270 milioni di barili di petrolio delle Riserve Strategiche nei prossimi 10 anni. Oggi gli operatori monitoreranno le scorte di greggio negli USA. Visto il nostro giudizio negativo sul petrolio (in passato, i tagli alla produzione hanno avuto solo un effetto positivo transitorio sui prezzi) e un’opinione più ottimista sull’inflazione nell’UE, andremmo lunghi sulla coppia EUR/NOK.

I mercati prevedono verbali della riunione del FOMC ottimisti

By Yann Quelenn

Oggi saranno pubblicati i verbali della riunione del FOMC. Gli operatori monitoreranno con attenzione eventuali nuovi accenni al corso dei tassi della Fed fino alla fine dell’anno.

Per il momento, i mercati prevedono toni ottimisti dalla riunione di politica monetaria del FOMC di maggio.

La prossima riunione della banca centrale USA si svolgerà il 14 giugno e stando all’OIS (Overnight Index Swap), la probabilità di un rialzo del tasso si aggira intorno all’88,8%.

L’eccessivo ottimismo dei mercati potrebbe sorprendere, sebbene dalla scorsa settimana le incertezze politiche siano in aumento e malgrado la questione di Trump con l’FBI. I mercati sembrano propendere nettamente per un rialzo del tasso; questa settimana, infatti, si sono allontanati (leggermente) dall’oro, i cui prezzi sono in calo da lunedì; il metallo giallo ha ceduto il -0,5% negli ultimi 3 giorni.

Il rendimento dei titoli di Stato USA a due anni è salito all’1,32% e l’USD si sta rafforzando. Ciò nonostante, Bullard – il presidente della Federal Reserve di St. Louis – è preoccupato per la debolezza dei dati di marzo e ritiene che forse il corso dei tassi della Fed sia troppo aggressivo.

Dando un’occhiata alle borse USA, si potrebbe pensare che l’era dei tassi d’interesse bassi sia tutt’altro che finita. L’S&P è risalito intorno ai 2.400 punti. Ricarichiamo le posizioni in dollari di brevissimo termine, il tempo che l’EUR/USD torni verso 1,10.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online