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Zainocratici, sono i figli del lavoro agile sempre in movimento

I vantaggi di lavorare non solo chiusi in ufficio sono diversi, c’è un incremento di produttività. (Getty)
I vantaggi di lavorare non solo chiusi in ufficio sono diversi, c’è un incremento di produttività. (Getty)

Siamo nell’epoca del “lavoro agile”. Il Comune di Milano celebra la settimana dello smart working. Si tratta di una nuova forma di lavoro che consente al dipendente di lavorare ovunque, senza necessità di un luogo fisico. Se ne sta occupando anche il Parlamento, con un disegno di legge che mira a garantire la stessa retribuzione dei lavoratori interni, stesse tutele per la sicurezza e diritto alla disconnessione.

Il passo ulteriore dello smart working lo compiono gli “zainocrati”, ossia da quella nuova categoria di professionisti che sanno cogliere e sfruttare tutte le opportunità lavorative che si presentano, in modo innovativo. Si spostano con lo zaino sulle spalle e portano in giro tutto il loro mondo lavorativo, riuscendo a lavorare praticamente ovunque, adattandosi all’ambiente e intercettando le necessità.

I vantaggi di lavorare non solo chiusi in ufficio sono diversi. “C’è un incremento di produttività – spiega Vilma Scarpino, amministratore delegato di Doxa, esponendo i risultati di una ricerca sull’argomento – una riduzione dei costi per l’azienda e le attività sono più efficienti. Altro tema da considerare è quello della sostenibilità: meno ore passate in macchina o sui mezzi per andare in ufficio con evidenti benefici per l’ambiente. “Sono 250mila i lavoratori agili in Italia, il 7-8% del totale. Concentrati soprattutto nelle grandi aziende del Nord, hanno un’età media di 41 anni e secondo i nostri studi sono più gli uomini (69%) che le donne (31%)”, conclude la Scarpino.

Otto professionisti su 10 sarebbero felici di poter lavorare da casa. (Getty)
Otto professionisti su 10 sarebbero felici di poter lavorare da casa. (Getty)

Secondo un’altra ricerca, questa volta condotta da Hays: 8 professionisti su 10 sarebbero felici di poter lavorare da casa, ma solo il 35% delle imprese dà questa possibilità. Tornando agli zainocratici, rappresentano i co-workers moderni, solitamente free-lance, che formano una nuova categoria teorizzata due anni fa da Leonardo Previ, docente di Gestione delle risorse umane alla Cattolica di Milano. “Lo zainocrate è qualcuno che si muove volentieri, che tiene il proprio zaino con tutti gli strumenti che usa per lavorare, o per procurarsi un lavoro. Apprezza l’ingegnosità collettiva, è in contatto con molte altre persone ed è capace di offrire un contributo alla costruzione di un mondo meno burocratico”, sostiene Levi.

Il contatto umano e professionale si consuma negli spazi di coworking. Professionisti pagano per affittare una scrivania e lavorano con di fianco un architetto, un giornalista, oppure un illustratore. A Milano sono aperti circa 60 spazi di coworking, la rete COWO® ne gestisce la metà. “Fanno parte della nostra rete 30 spazi a Milano e 127 in tutta Italia”, spiega Massimo Carraro, fondatore della rete COWO®. “Noi abbiamo aperto per primi in Italia il primo aprile del 2008, l’anno seguente abbiamo lanciato il network, ora siamo in tutto il Paese con una community globale di circa 5mila professionals”. Rete COWO® è il primo brand al mondo ad aver registrato un marchio nel settore del coworking.