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Francia: l’eredità di Hollande in campo economico

Nel 2012 François Hollande è entrato in carica con la promessa di aumentare l’occupazione. Il presidente francese si è impegnato a invertire la curva del tasso di disoccupazione entro l’anno successivo, poi nel 2014 ha affermato che non ci sarebbe stato motivo per ricandidarsi se il tasso dei senza lavoro non fosse stato ridotto entro la fine del mandato. Ma quest’ultimo, che nel maggio 2012 era al 9,3%, ha superato il 10% nel corso del mandato di Hollande, per poi attestarsi al 9,7% nel terzo trimestre di quest’anno, sotto la media della zona euro (9,8%). Nel Paese torna ad aumentare la povertà, legata al numero di disoccupati di lunga durata, sottolinea l’Istituto nazionale di Statistica. Il governo socialista ha suscitato una vasta mobilitazione sociale contro la riforma del mercato del lavoro, che alleggerisce fra l’altro le regole sul licenziamento economico. La Francia è anche il Paese con la maggiore pressione fiscale in Europa, il 47,9%: (la media europea è del 40%, quella dell’eurozona del 41,1%.) Da quando è al potere, Hollande ha aumentato le imposte sul reddito di oltre 50 miliardi di euro, il 2,5% del prodotto interno lordo. Misure che diminuiscono il potere d’acquisto e frenano la crescita. Infatti il prodotto interno lordo subito soltanto un lievo aumento nel terzo trimestre visto che i consumi delle famiglie restano deboli. +1,1% rispetto all’anno scorso. Nel 2016 la previsione del governo è dell’,1,4 % più ottimista rispetto alle previsioni della Commissione Europea e di altre istituzioni internazionali (1,3%). A inizio mandato Hollande si era preposto come obiettivo una crescita del 2,5%.