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La Bce riduce i tassi: entusiasmo dei mercati ma prudenza

Dopo giorni di apnea, i mercati europei reagiscono positivamente alla decisione - ora ufficiale - di Mario Draghi di tagliare i tassi di interesse dall'1% al minimo record dello 0,75%. Il presidente della Bce è convinto così di dare una grossa scossa all'economia europea, caduta da troppo tempo nel baratro della recessione e agli istituti bancari, che sperano con questa azione di riprendere fiato, come è successo tra novembre e febbraio scorso con i prestiti a tasso agevolato Ltro.

Una decisione sopraggiunta in seguito al Consiglio europeo dello scorso 28 giugno, dal quale la Bce è uscita notevolmente rafforzata: è stato lo stesso Mario Draghi ad affermare che la Banca centrale europea "assumerà il ruolo di autorità di vigilanza bancaria per l'Eurozona". Che in parole povere significa creare un organo supervisore per l'Eurozona, con poteri di controllo sugli istituti di credito, specie quelli degli Stati in crisi, come Spagna o Italia. La via è quella dell'integrazione economica e monetaria, con Draghi figura centrale nelle questioni decisionali più importanti: a lui toccherà il compito di bloccare i tagli sui tassi di interesse, a lui il potere di decidere se aprire o chiudere i "rubinetti" agli Stati in difficoltà e di porre fine all'acquisto del debito sovrano di quei paesi la cui condotta politica non sia conforme e adeguata a prestare miglioramenti al proprio sistema economico.

I mercati rispondono con entusiasmo, sì, ma anche con prudenza. Perchè la decisione di Draghi non convince. Potrebbe trattarsi di un altro "paracetamolo finanziario" - come il portavoce della Commissione Ue ha definito la ricetta antispread di Mario Monti - ovvero di un piccolo accorgimento che allevia il dolore ma non cura la malattia. Perchè per molti il problema dell'Eurozona è strutturale e non basterà questo taglio a risolvere la crisi, ma sono necessarie manovre aggiuntive, come un'ulteriore operazione Ltro e l'acquisto di bond degli stati in difficoltà. Solo così, secondo gli economisti, ci potranno essere segnali positivi sull'inflazione e più in generale sull'attività economica europea. La decisione è ormai presa, e con la riduzione dei tassi di interesse, la Bce ha intenzione di calmierare l’ “elevata incertezza dell'Eurozona” – secondo le prime dichiarazioni di Draghi – venendo incontro alle istanze dell'economia reale dell'Europa e a mediare tra banche, governi e classe politica. Compito arduo.