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Domani arriva la Bce. E se comprasse azioni?

Domani la Bce (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) alzerà il velo sulle strategie che adotterà per i prossimi mesi e le Borse, in vista di questo, già sono partite al rialzo nella previsione di un prolungamento delle operazioni di stimolo monetario. Alle 13, infatti, il Ftse Mib, dopo aver chiuso la giornata di ieri con un effervescente 4,15% in territorio positivo, segna un risultato pari a +1,1% mentre il Dax è arrivato a +1,5%, stesso traguardo segnato dal Ftse 100 mentre il Cac 40 non va oltre lo 0,9%. In tutto questo lo spread è in calo a 155 punti base e il rednimento sul decennale registra l'1,9%.

I protagonisti a Piazza Affari

Tra i protagonisti della giornata da segnalare Mps (BSE: MPSLTD.BO - notizie) con un rialzo che poco dopo le 12 superava l'8% arrivando addirittura a +8,15% sulla scia di notizie sempre più consistenti circa la possibile soluzione per il salvataggio della banca attraverso una ricapitalizzazione temporanea a spese dello stato come tampone nel caso in cui la strada già avviata della raccolta di capitali sul mercato dovesse fallire.

A rinforzare l'ipotesi di un potenziamento del programma di acquisto da parte della Bce, infatti, è proprio il referendum italiano che ha visto una vittoria del NO e le dimissioni del premier Matteo Renzi (dimissioni poi congelate per permettere l'approvazione della legge di stabilità prima e di quella elettorale poi), dimissioni che non hanno fatto altro che aggravare sistematicamente l'equilibrio già di per sé precario dell'intero settore. Da qui le paure di un effetto contagio (Mps e Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) sono alle prese con una ricapitalizzazione che in tutto sfiora i 20 miliardi di euro, senza contare la situazione delle banche più fragili e l'operazione di trasformazione in Spa delle Popolari).

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Le scelte della Bce

In realtà le possibili scelte da parte di Francoforte sono diverse tra loro così come diverse appaiono anche le previsioni degli esperti. Quasi sicuro, infatti, appare l'allungamento della scadenza naturale del marzo 2017 anche in virtù di una inflazione che, sebbene in leggero rialzo, non dovrebbe impennarsi, almeno quella core, nel giro dei prossimi sei mesi, arco di tempo che potrebbe essere sfruttato dalla Bce per gestire una situazione ancora complessa nel suo insieme. Attualmente, infatti, il livello registrato dal costo del denaro per l'inflazione core (esclusi cibo ed energia, fattori sensibili e ad ampia volatilità), non va oltre lo 0,8% mentre le previsioni per quella generale parlano di un 1,4% che però arriverebbe, sempre che arrivi, non prima dell'estate 2017 nella migliore delle ipotesi. Ma non bisogna dimenticare che domani Draghi annuncerà anche le previsioni economiche per il 2019 e nel caso di un costo della vita ancora a passo di lumaca allora le risposte su un eventuale tapering arriveranno da sole con una sempre più probabile posticipazione del tapering all'anno prossimo.

E se si arrivasse all'azionario?

Oltre questo, resta però lo scoglio dell'opposizione della Germania, questa volta con più frecce al suo arco, che potrebbe perciò portare a un compromesso: allungamento di tre mesi invece dei possibili 6 e un taglio agli acquisti dei titoli di stato attualmente a 80 miliardi di euro mensili e che potrebbe arrivare così a 60. Secondo gli esperti di Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) , infatti, data la particolare flessibilità del piano di stimoli e dei vari strumenti adottati, tutti a loro volta modificabili, le previsioni permettono di guardare a diverse soluzioni e a diversi parametri modificabili anche se quello degli acquisti in base alle quote non dovrebbe essere toccato.

Ma un potenziamento delle già ampie misure di stimolo finanziario, dopo il rastrellamento sul mercato dei tioli con miglior rating, ha creato la scarsità di nuovo materiale da acquistare: questa la tesi che portano avanti da qualche tempo gli economisti tedeschi i quali, forti di questa teoria, puntano a qualcosa di inaudito e cioè all'entrata, e per giunta a gamba tesa, sul mercato azionario europeo dell'istituto governato da Mario Draghi. Voci che, per il momento, hanno giovato più che altro al Dax che alle 12.30 registrava un vantaggio dell'1,5%.

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