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INTERVISTA - Haschke, "il cattivo" per le difese: ho patteggiato per scelta tecnica

di Emilio Parodi MILANO (Reuters) - Fino alla sentenza di assoluzione è stato lo spauracchio dei suoi co-indagati. Perché ha patteggiato. E perché, da indagato di reato connesso, è venuto in aula a farsi interrogare e a raccontare la sua versione di parte. E dai banchi della difesa gli è arrivato più di qualche strale. Ora, concluso il round processuale di primo grado, si toglie qualche sassolino dalle scarpe ("non so interpretare la strategia difensiva") e punta il dito sulla consulenza Michel (la sua funzione? "quella di venirmi affiancato in una sovrapposizione di ruoli"). Guido Ralph Haschke, nato 63 anni fa a New York, cittadino statunitense e italiano, residente in Svizzera, consulente internazionale con, fra le altre cose, un passato da dirigente della Banca Mondiale a Washington, per la vicenda degli elicotteri AW101 è stato arrestato (per un giorno) in Svizzera, riarrestato dall'Italia, più volte interrogato nel corso delle indagini e poi in udienza al processo di Busto Arsizio, ed è uscito qualche mese fa dal procedimento con un patteggiamento a un anno e 10 mesi per corruzione internazionale. "HO PATTEGGIATO PER ECONOMIA PROCESSUALE" "Il Tribunale ha finalmente riconosciuto quel che ho sempre sostenuto: non c'è stata alcuna corruzione", ha dichiarato a Reuters Haschke. Perché allora la decisione di patteggiare? "Prima di tutto il patteggiamento in Italia non è una ammissione di responsabilità. E' stata una scelta tecnica - ha risposto il consulente, nello studio del suo legale, l'avvocato Luca Lauri, a Milano - Ho patteggiato per economia processuale, per evitare lunghi anni di processi. E in più per arrivare a una sentenza che facesse scattare il 'ne bis in idem' onde evitare di essere perseguito da diverse giurisdizioni". "NON ERA IL MARESCIALLO TIAGY IL VALORE AGGIUNTO" Haschke in aula aveva raccontato di come circa 10 anni fa, grazie ai suoi soci indiani, cugini dell'allora capo di stato maggiore dell'Aeronautica, avesse saputo dell'intenzione di New Delhi di bandire una gara per gli elicotteri per le più alte cariche dello Stato. E proprio grazie anche a questo know-how che si accreditò con AgustaWestland e Finmeccanica. Aveva però escluso che fosse stato pagato del denaro a pubblici ufficiali. Ma allora qual era il valore aggiunto di un accesso al capo di stato maggiore Sashi Tiagy? "Il valore aggiunto non era certo in un eventuale accesso diretto al Maresciallo Tyagi, ma nella conoscenza dei complessi meccanismi legali e burocratici indiani, in particolare quelli legati agli appalti per la Difesa", ha dichiarato Haschke. Secondo il quale, poi, ci sono così tanti soggetti pubblici tenuti a dire la loro nell'iter decisionale su un appalto di questo genere in India, che nessun singolo può essere determinante per dare l'ok. "Invece la probabilità di effettuare passi falsi è, proprio per via della complessità delle procedure, molto alta, ed è qui che abbiamo cercato di dare un contributo". "Ogni azienda che operi nell'ambito della Difesa in tutti i Paesi ha contatti con i vertici militari. Questo non fa, e non deve fare, scandalo". "DIFESA ORSI MI HA ATTACCATO? È UN PO' CONTRADDITORIO" Nel corso dell'arringa difensiva al processo di Busto Arsizio l'avvocato di Orsi, il professor Ennio Amodio, definì Haschke una particolare sorta di millantatore, un "carneade" che aveva esagerato la propria influenza per poter mettere un piede dentro Finmeccanica e AW e ottenere i contratti di consulenza ingegneristica. [ID:nL6N0RV56Y] "Gli apprezzamenti rivolti dalla difesa dell'ingegner Orsi nei miei confronti molto probabilmente riflettono la cordiale antipatia che ha caratterizzato i rapporti tra me e Orsi - ha spiegato Haschke - Non so interpretare questa strategia difensiva che peraltro mi è parsa a tratti contraddittoria: da un lato si giunge a definirmi un millantatore e, dall'altro, ci si affida proprio alle mie dichiarazioni per escludere che vi sia stata corruzione". "SU FOGLIO DUBAI C'È GRAFIA MICHEL" Michel nega la paternità del documento nel quale, secondo quanto riferito da Haschke al processo, avrebbe proposto una ripartizione diversa del denaro. "Quel che posso dire è che quello di Dubai fra me e Michel era un incontro a due che ci aveva chiesto di fare Orsi per appianare la vicenda - ha risposto Haschke - E su uno dei fogli mostrati nell'aula del processo compare la grafia di Michel". "La sua proposta era che lui si sarebbe abbassato [il compenso] di una parte... io volevo semplicemente portare a conclusione il contratto con il mio cliente [AgustaWestland]. Quindi rifiutai la sua proposta". SCONCERTATO DA "LISTA DELLA SPESA" MICHEL Michel nega anche di aver mai dettato ad Haschke, nel corso di un precedente incontro a Londra, quello che l'italiano-statunitense ha definito in aula il presunto elenco delle spese che Michel e la sua società avrebbero dovuto sostenere. Il famoso biglietto con gli acronimi per politici, burocrati, forze armate e altri. "Quelle sigle e quelle cifre mi furono dettate proprio da Michel, che così voleva farmi capire il budget che secondo lui avrebbe dovuto sostenere - ha ribadito Haschke - Io ero piuttosto sconcertato, e quella fu proprio l'occasione che segnò il distacco nei rapporti tra me e Michel". "NOSTRA SOVRAPPOSIZIONE RUOLI FU VOLUTA DA ORSI" Anche sulla consulenza di Michel, Haschke ha una posizione precisa. E la specifica con una chiarezza superiore rispetto a quanto emerso al processo. "La funzione di Michel, per quanto mi riguarda, è stata quella di venirmi affiancato. La sovrapposizione di ruoli è stata voluta da Orsi, per me io sarei andato avanti da solo come prima". ORSI E L'INTERRUZIONE DEL CONTRATTO HASCHKE E veniamo al 2011 quando l'ingegner Orsi decide di interrompere il contratto con la società di Haschke. "L'amministratore delegato in persona, cioè Orsi, prese la macchina e venne a incontrare direttamente a Lugano me e Michel. - ha ricordato Haschke - Orsi a Lugano si chiamò fuori, nel senso che la sua volontà era quella di non pagare più me. 'Questa cosa ve la dovete risolvere voi', ci disse. Ed è il motivo per cui poi io e Michel ci siamo incontrati a Dubai". SU LEGA NORD SOLO ILLAZIONI A questo punto bisogna ricordare che la procura per lungo tempo ha indagato sull'ipotesi che il taglio di quel contratto fosse finalizzato a far saltar fuori i soldi per una presunta tangente di 10 milioni alla Lega Nord come "ringraziamento" per l'appoggio alla nomina di Orsi ad AD di Finmeccanica. Va subito precisato però che questa ipotesi, oltre a essere respinta dai soggetti interessati, nei mesi scorsi è stata archiviata dagli stessi pm di Busto Arsizio, non essendo stati trovati elementi atti a sostenere l'accusa [ID:nL6N0PT5P3]. L'idea dell'ipotizzata - e poi esclusa - tangente nacque dai verbali dell'ex manager Finmeccanica Lorenzo Borgogni, in precedenza licenziato da Orsi. "Questa ipotesi venne fatta anche perché nessuno si spiegava il motivo dello stop al mio contratto - ha rievocato nell'intervista Haschke - Non c'era una spiegazione logica perché il lavoro, a detta del cliente stesso, era molto ben fatto e congruo. Quelle sulla Lega erano solo illazioni, ma la domanda vera è: chi ha riferito queste illazioni a Borgogni?". "Il realtà poi - ha proseguito Haschke - il motivo dell'interruzione era banalissimo. Michel voleva sostituirsi a me, quel lavoro gli faceva gola. Deve aver convinto Orsi". ((Redazione Milano, Reutersitaly@thomsonreuters.com, +390266129720, fax +3902 801149, Reuters messaging: emilio.parodi.reuters.com@reuters.net)) -- Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia