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Renzi: Spending review si farà con o senza Cottarelli

Carlo Cottarelli all'epoca in cui era il direttore degli Affari fiscali del Fondo monetario internazionale. REUTERS/Stephen Jaffe/IMF/Handout (Reuters)

di Giuseppe Fonte e Massimiliano Di Giorgio ROMA (Reuters) - È gelo tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il commissario per la spending review Carlo Cottarelli che ieri, dal suo blog, ha censurato la pratica della maggioranza parlamentare di utilizzare i tagli alla spesa per coprire altre spese invece che per ridurre le tasse. L'intervento dell'ex dirigente del Fondo monetario internazionale - richiamato da Washington solo pochi mesi fa dal precedente governo Letta per individuare 32 miliardi di risparmi in tre anni - ha suscitato grande scalpore e alimentato voci di dimissioni ravvicinate. Dopo una giornata di no comment e silenzi imbarazzati, Renzi ha lanciato l'affondo. "Non so cosa farà Cottarelli. Lo rispetto, lo stimo e farà quello che crede. Non è che se c'è Cottarelli facciamo la revisione della spesa e se non c'è non la facciamo...", ha detto il leader del Pd parlando alla direzione del suo partito. In effetti, Renzi ha finora ignorato le proposte più impopolari suggerite dal commissario alla revisione della spesa in un rapporto di 72 pagine. [nL6N0PB4G7] Il metodo di Cottarelli "non mi ha entusiasmato", ha detto il presidente del Consiglio il 21 marzo. Da allora le voci di dissidi con Palazzo Chigi sono emersi quasi quotidianamente. Prima dell'intervento di Renzi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio aveva cercato di gettare acqua sul fuoco dicendo che "non c'è alcun caso Cottarelli, la spendig review del governo continua". Ancora prima di Delrio, né Cottarelli né il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan avevano commentato le voci di una imminente conclusione del rapporto di collaborazione. "Sono occupato con la spending review", si è limitato a dire il commissario. Il ministero dell'Economia ha fatto solo trapelare che l'affondo di Cottarelli sarebbe diretto più al Parlamento che al governo. COTTARELLI: TORNANO I TAGLI LINEARI Ieri, sul suo blog, il commissario per la spending review ha stigmatizzato la prassi parlamentare di autorizzare nuove spese indicando, come copertura finanziaria, "future operazioni di revisione della spesa o, in assenza di queste, tagli lineari delle spese ministeriali". È successo a gennaio, per cancellare il taglio delle agevolazioni fiscali, e ora nel decreto legge sulla pubblica amministrazione, per anticipare i pensionamenti di funzionari anziani e di circa 4.000 insegnanti. Il problema, scrive Cottarelli, è che "se si utilizzano risorse provenienti da risparmi sulla spesa per aumentare la spesa stessa, il risparmio non potrà essere utilizzato per ridurre la tassazione su lavoro". Già ora, infatti, "il totale delle risorse che sono state spese prima di essere state risparmiate per effetto di queste decisioni ammonta ora a 1,6 miliardi per il 2015". La spending review vale 32 miliardi tra 2014 e 2016. Il governo ha ridotto l'obiettivo di risparmio del 2014 a circa 3 miliardi dai 4,5 indicati nel Def, il Documento di economia e finanza. Il commissario dovrebbe setacciare tutte le voci del bilancio individuando, ad esempio, gli ospedali che hanno posti-letto in eccesso o le città che spendono troppo per l'illuminazione stradale. Tagli mirati, quindi. L'Italia, invece, ha sempre seguito la strada dei tagli lineari, che colpiscono in pari misura gli sprechi come i servizi pubblici essenziali. Sul blog, Cottarelli ha denunciato una "situazione paradossale": il ricorso alla spending review nasconde, di fatto, il perpetuarsi di tagli lineari, "perché la promessa di future operazioni di revisione della spesa non può essere accettata come copertura sul piano giuridico". "Usare presunti tagli lineari – in apparenza molto diluiti sull'intera amministrazione – per la copertura di nuove spese riduce il costo politico inevitabilmente legato all'individuazione di coperture vere, concrete, selettive". Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia