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Ubi Banca resta a galla con news su good bank. Analisti cauti

L'ultima seduta della settimana si è chiusa sostanzialmente con un nulla di fatto per Ubi Banca (Amsterdam: UF8.AS - notizie) che ha mostrato una maggiore forza relativa rispetto al mercato, riuscendo a difendersi dalle vendite specie in confronto agli altri protagonisti del settore bancario.

Il titolo, dopo aver chiuso la sessione di venerdì scorso con un ribasso di oltre un punto e mezzo percentuale, ha avviato gli scambi in salita, ma dopo un massimo intraday a 2,534 euro, ha cambiato rotta, scendendo fino ad un minimo a 2,468 euro, con una flessione di quasi due punti percentuali. Nell'ultima ora e mezza di contrattazioni si è avuto un recupero che ha permesso ad Ubi Banca di riportarsi in direzione della parità, fermandosi appena sotto a 2,512 euro, con un frazionale calo dello 0,08% e oltre 9 milioni di azioni scambiate, più in basso della media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 13 milioni di pezzi.

Le ultime news sulle good bank dopo la fase di stallo

Da qualche tempo Ubi Banca viene seguita con interesse a Piazza Affari visto il suo coinvolgimento nella partita relativa alle cessione delle quattro good bank. A metà della scorsa settimana Milano Finanza aveva segnalato che la trattativa era entrata in stallo sul delicato temi dei crediti deteriorati. Il dialogo tra Ubi Banca, Banca d'Italia e BCE (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) sembrava essere finito su un binario morto per via dello scoglio rappresentato dalla gestione delle sofferenze e degli incagli accumulati nei bilanci delle quattro banche negli ultimi undici mesi.

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Quest'oggi però sono giunte a sorpresa delle indicazioni ben diverse, visto che Repubblica ha segnalato che Ubi Banca sarebbe nuovamente vicina all’acquisto delle 3 good banks, tanto che l’operazione potrebbe essere annunciata dal Cda del 10 novembre prossimo.

L’empasse di cui parlava Milano Finanza la scorsa settimana si sarebbe sbloccata in seguito all’accoglimento delle richieste inoltrare alla BCE che riguarderebbero in primis la possibilità di migrare le banche acquisite sui modelli IRB di UBI Banca, in secondo luogo l’utilizzo di 400 milioni di euro di DTA, ossia di imposte anticipate delle banche target e in ultimo la riduzione dell’impegno ad un aumento di capitale.

Su quest’ultimo punto sembra che da una richiesta iniziale di ricapitalizzazione per 600 milioni di euro, la BCE abbia accordato una diminuzione a 300 milioni che però verrebbero iniettati nelle 3 good bank dal Fondo di Tutela dei Depositi sotto forma di aumento delle coperture dei credi non performanti. Sembrerebbe quindi che UBI Banca non debba procedere ad un aumento di capitale.

Le strategie di alcune banche d'affari su UBI Banca

Gli analisti di Equita SIM fanno sapere che, in base ai loro calcoli, alle condizioni riportate dalla stampa e senza aumento di capitale, il Common Equity Tier 1 di UBI Banca post acquisizione salirebbe dal 10,9% al 12%, contro l'11,4% stand-alone.

Ipotizzando un taglio dei costi del 37%, prosegue la SIM milanese, le banche target potrebbero raggiungere un utile di 40 milioni di euro per un ritorno sull’investimento del 3,4%, in linea con quanto scontato attualmente dal mercato per UBI Banca.
In attesa di novità non cambia la strategia suggerita da Equita SIM per il titolo, con una raccomandazione ferma a "hold" e un prezzo obiettivo invariato a 3,1 euro.

Lo stesso rating è stato ribadito la scorsa settimana da Deutsche Bank (Londra: 0H7D.L - notizie) che ha rivisto leggermente il target price da 3,2 a 3,1 euro, dopo aver tagliato le stime sull'utile per azione dell'intero settore bancario con riferimento ai prossimi due anni.

Si sono mossi nella stessa direzione anche gli analisti del Credit Suisse (Londra: 0QP5.L - notizie) che venerdì scorso hanno ribadito la raccomandazione "neutral" su UBI Banca, con un fair value ritoccato da 2,7 a 2,6 euro. Anche la banca elvetica ha rivisitato verso il basso le stime sull'utile per azione riferite all'anno prossimo e al successivo, riducendole in media del 17%.

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