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Ubi Banca torna in utile in 3° trimestre dopo scossa 2° trimestre, titolo in rialzo

MILANO (Reuters) - Ubi Banca chiude il terzo trimestre con un utile di 32,5 milioni, in calo del 13,5% sullo stesso periodo del 2015, che consente però all'istituto di ridurre la perdita sui nove mesi a 754,5 milioni dopo il forte impatto del piano industriale, in termini di costi e rettifiche, sui conti del secondo trimestre.

I risultati al 30 settembre sono in linea alle attese degli analisti a livello operativo, anche se l'utile è migliore del consensus (26 milioni) per un effetto fiscale. Qualche sorpresa positiva è arrivata invece dai coefficienti patrimoniali.

Il CET1 fully loaded a fine settembre sale infatti all'11,28% dall'11,02% di giugno e salirebbe di altri 70 punti base includendo gli effetti derivanti dal riacquisto delle minorities e dalla deducibilità fiscale delle maggiori rettifiche su crediti effettuate.

Il ratio patrimoniale include il computo pro-quota di un dividendo almeno pari a quello del 2015 (0,11 euro).

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Alle 10,45 il titolo è in rialzo del 4,8% a 2,42 euro, segnando la migliore performance tra i bancari italiani il cui indice è piatto.

In una videointervista l'AD Victor Massiah parla di una trimestrale "in miglioramento" e "corente con quelle che erano, complessivamente le aspettative del piano, dove sul lato ricavi le commissioni vanno nel senso di compensare il minor margine di interesse mentre i costi e il costo del rischio sono perfettamente allineati con le aspettative".

L'AD sottolinea inoltre il miglioramento della qualità del credito anche grazie a dei "passaggi da 'bonis' a crediti problematici che sono un terzo di quelli che erano nei momenti di picco della crisi, e sono sostanzialmente comparabili con i momenti pre-crisi".

Per la restante parte dell'esercizio, senza considerare gli elementi non ricorrenti, la banca stima complessivamente una crescita dei ricavi operativi rispetto al terzo trimestre, mentre il costo del credito dovrebbe confermarsi in riduzione.

MARGINE INTERESSE SCENDE 7,8%, SALE COPERTURA DETERIORATI

Il margine di interesse si è contratto del 7,8% a 368 milioni non tenendo conto dei benefici del TLTRO2 pari a circa 10 milioni. Le commisioni nette crescono del 7% a 321 milioni mentre il risultato delle finanza segna un calo 14,6% principalmente per effetto delle minori cessioni di titoli AFS.

Le rettifiche sui crediti tornano su livelli fisiologici a 167,4 milioni (-0,7% rispetto al terzo trimestre 2015) dopo le forti rettifiche di oltre un miliardi del secondo triemstre in seguito al parziale riassorbimento della cosidetta 'shortfall' prevista nel piano industriale presentato a fine giugno.

Il costo del credito annualizzato è pari allo 0,82%.

A fine settembre lo stock di crediti deteriorati lordi si attesta 13,23 miliardi (-1,5% da dicembre), in sostanziale assenza di cessione di crediti.

Si alzano le coperture dei crediti deteriorati totali, che raggiungono, inclusi gli stralci, il 45,1%. Le sofferenze sono coperte al 58,55% e dunque a valore netto ammontano a 3,9 miliardi circa.

Le inadempienze probabili nette sono pari a 4,3 mld circa con una copertura del 23,54%.

(Andrea Mandalà)