Annuncio pubblicitario
Italia markets open in 1 hour 29 minutes
  • Dow Jones

    38.790,43
    +75,63 (+0,20%)
     
  • Nasdaq

    16.103,45
    +130,25 (+0,82%)
     
  • Nikkei 225

    40.003,60
    +263,20 (+0,66%)
     
  • EUR/USD

    1,0871
    -0,0006 (-0,05%)
     
  • Bitcoin EUR

    59.828,98
    -3.166,99 (-5,03%)
     
  • CMC Crypto 200

    885,54
    0,00 (0,00%)
     
  • HANG SENG

    16.523,63
    -213,47 (-1,28%)
     
  • S&P 500

    5.149,42
    +32,33 (+0,63%)
     

Usa: economia al galoppo, ma non mancano le ombre

Usa: economia al galoppo, ma non mancano le ombre

A guardare i principali indicatori economici non sembrano esservi dubbi: l'economia degli Stati Uniti gode di buona salute. Anche se, a leggere tra le righe, non mancano i fattori di preoccupazione. Che rischiano di incidere anche sul resto del mondo, dato il ruolo di guida che gli Usa giocano nello scacchiere mondiale.

I numeri della prima economia mondiale
Nel corso del quarto trimestre 2015 il Pil americano è cresciuto nell'ordine dello 0,7%, portando così il progresso dell'intero anno al 2,4%. Non si tratta di una marcia straordinaria, ma comunque il ritmo di progresso è più che doppio rispetto al Vecchio Continente.
La spinta principale arriva dall'occupazione, con dicembre che ha registrato 292mila nuovi posti di lavoro, con il tasso di disoccupazione a un invidiabile 5%. Dopo una lunga stagione di freddezza, è tornata a crescere anche la dinamica salariale, con un +2,5% a dicembre rispetto allo stesso periodo del 2014.

Fed ancora incerta
Eppure, nonostante questi dati, a cominciare proprio dal rialzo degli stipendi che alza i timori inflazionistici, la Fed è tornata a mostrarsi prudente sull'atteggiamento da tenere nei prossimi mesi. I quattro rialzi previsti per il 2016 potrebbero, secondo molti analisti, ridursi a due. Una contraddizione? Non proprio, dato che sul terreno ci sono diversi fattori di incertezza. Gli Stati Uniti sono la bussola dell'economia mondiale e il loro ruolo si è ulteriormente rafforzato a fronte del rallentamento della crescita cinese. Proprio da Pechino arrivano le principali preoccupazioni: una stretta eccessiva sui tassi negli Usa rischia di dirottare un'enorme massa di investimenti dalla Cina (e più in generale dai mercati emergenti) verso Wall Street, con il rischio di nuove crisi su quei mercati. Pesano poi i fattori geopolitici, a cominciare dagli attacchi terroristici, che sembrano divenuti una costante negli ultimi mesi e rischiano di incidere pesantemente sugli scambi commerciali a livello internazionale.
Senza dimenticare i fattori interni, come la corsa verso le presidenziali che apre uno scenario di incertezza, un fattore che non piace ai mercati. In caso di nuove turbolenze, potrebbe pesare il mandato ormai in scadenza da parte dell'Amministrazione Obama. Insomma, quanto basta per restare all'erta, seguendo in tempo reale l'andamento dei propri investimenti.