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Informatici cercasi: in Svizzera c’è posto per 36mila

Assisteremo a una nuova generazione di transfrontalieri digitali verso la vicina Svizzera? L’invito, decisamente allettante, dell’Università della Svizzera Italiana (con sedi a Lugano e Mendrisio) ha come destinatari gli informatici. La prospettiva è quella di studiare nel Canton Ticino e una volta assunti, è quella di guadagnare uno stipendio da 7 mila franchi svizzeri, ovverosia 5.600 euro al mese.

“Per un futuro assicurato, studia informatica” è lo slogan che campeggia sugli annunci pubblicati su quotidiani e periodici italiani. Qualche mese fa l’Unione Europea ha fatto sapere che nell’immediato futuro ci sarà bisogno di 700mila informatici e la Confederazione Cantonale ha fatto sapere che per far girare il “sistema operativo” svizzero saranno necessari 36mila esperti di reti, web, hardware e software. D’altronde il settore dell’ICT è il quinto settore dell’economia svizzera che si avvia verso a un’evidente rivoluzione che coinciderà con la cessazione del segreto bancario.

Nel dopoguerra furono migliaia gli italiani che fecero la valigia per andare a lavorare come operai nei quattro cantoni, ora questa emigrazione o il pendolarismo giornaliero dalla Lombardia, potrebbero essere la versione riveduta e digitalmente corretta di quell’esperienza che lo scrittore elvetico Max Frisch sintetizzò meravigliosamente con una frase: “Cercavamo braccia, sono arrivati uomini”.

Anche se la Svizzera rimane un’enclave extra-comunitaria nel bel mezzo dell’Europa, la richiesta dei 36mila informatici è stata fortemente “ispirata” dallo studio della Commissione Europea che prevede, per il 2015, la necessità di 700 mila posti nel settore dell'Information and Communication Technology. In Svizzera la disoccupazione giovanile è al 3% (contro il nostro 38%), gli stipendi sono alti e l’Italia è vicina: di certo l’invito verrà ben accolto. La fuga dei cervelli (informatici) sarà a chilometro zero, o quasi.

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