Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • FTSE MIB

    34.657,35
    +318,03 (+0,93%)
     
  • Dow Jones

    39.512,84
    +125,08 (+0,32%)
     
  • Nasdaq

    16.340,87
    -5,40 (-0,03%)
     
  • Nikkei 225

    38.229,11
    +155,13 (+0,41%)
     
  • Petrolio

    78,20
    -1,06 (-1,34%)
     
  • Bitcoin EUR

    56.394,83
    -1.867,07 (-3,20%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.261,13
    -96,88 (-7,13%)
     
  • Oro

    2.366,90
    +26,60 (+1,14%)
     
  • EUR/USD

    1,0772
    -0,0012 (-0,11%)
     
  • S&P 500

    5.222,68
    +8,60 (+0,16%)
     
  • HANG SENG

    18.963,68
    +425,87 (+2,30%)
     
  • Euro Stoxx 50

    5.085,08
    +30,67 (+0,61%)
     
  • EUR/GBP

    0,8601
    -0,0007 (-0,08%)
     
  • EUR/CHF

    0,9760
    -0,0005 (-0,05%)
     
  • EUR/CAD

    1,4718
    -0,0026 (-0,17%)
     

Investire nei Paesi troppo grandi per fallire? Ottima idea

Investire nei Paesi troppo grandi per fallire? Ottima idea

Una cosa l'hanno imparata gli investitori internazionali da questa crisi finanziaria: puntare sui Paesi considerati troppo "grandi" per fallire è una buona strategia. Più nello specifico, scommettere ed investire nel debito sovrano di questi Stati, come Italia e Spagna o di qualsiasi altro Paese periferico considerato a rischio, ma che hanno un'importanza strategica per la salvezza dell'Eurozona e della moneta unica fa bene. Parola del Wall Street Journal.

Tra i pionieri di questa strategia, Mario Draghi, presidente della Bce, che nel luglio 2012 promise che avrebbe fatto di tutto per il salvataggio della zona Euro, garantendone la sopravvivenza con qualunque mossa.
Perchè questo? Perchè è premura di Bruxelles che questi Stati non cadano mai in default, ma anche perchè i bond emessi dai paesi periferici hanno dei rendimenti più fruttuosi rispetto alle emissioni dei paesi core. Un esempio? Nel terzo trimestre, l'Etf sui titoli di Stato italiani, ha guadagnato l'1,35%,  l'equivalente spagnolo il 3,09%, mentre l'Etf obbligazionario tedesco si è fermato sulla parità.

Un aspetto che gli investitori obbligazionari hanno subito notato, così da un anno - esattamente dal discorso del numero uno dell'Eurotower - la priorità assoluta è stata quella di investire sulle emissioni europee da parte dei fondi comuni di investimento. Un investimento in piena regola, come confermato dai dati: nel 2012 sono stati acquistati 50 milioni di euro di emissioni e nel primo semestre del 2013 gli investimenti in bond europei sono ammontati a 2 miliardi di euro.
Il tutto viene effettuato secondo un piano strategico ma semplice, che consiste nel suddividere i paesi dell'Eurozona in due categorie: quelli emessi da Paesi troppo grandi per fallire e gli altri.

"La Bce è stata attenta a non dire che sosterrà ogni Paese in ogni caso", ha affermato Toby Nangle, a capo della gestione strategica multiasset per Threadneedle Asset Management Ltd.
Le parole di Mario Draghi di "difendere l'euro a qualunque costo" sono rivolte non ai piccoli Paesi "con debiti fondamentalmente insostenibili", ma su quelle che potrebbero creare rischi sistemici: la pensa così Myles Bradshaw, strategist per Pacific Investment Management Co. "Il Portogallo - continua - non è sistemico e ha le prospettive economiche peggiori dell'area. Italia e Spagna invece lo sono".

Investire sui big è una soluzione ottimale, ma l'incertezza a lungo raggio, come nel caso dell'Italia, non fa sempre bene. Lo dichiara Goldman Sachs sulla posizione dei Btp: "Alla fine di aprile abbiamo consigliato di andare lunghi sui titoli Btp a dieci anni contro le controparti francesi quando lo Spread era a quota 221 punti base. Ora, ai livelli di lunedì, (cioè dopo le dimissioni dei ministri del Pdl e l'instabilita di governo) il consiglio è di chiudere questa posizione". La paventata crisi istituzionale fa traballare i mercati e le ultime vicende politiche hanno recato non poca incertezza nel mercato dei Bond, esattamente come qualche mese fa, quando a febbraio il Paese stentava a metter su un governo.