Annuncio pubblicitario
Italia markets open in 4 hours 56 minutes
  • Dow Jones

    39.387,76
    +331,36 (+0,85%)
     
  • Nasdaq

    16.346,26
    +43,46 (+0,27%)
     
  • Nikkei 225

    38.356,66
    +282,68 (+0,74%)
     
  • EUR/USD

    1,0781
    -0,0003 (-0,03%)
     
  • Bitcoin EUR

    58.320,87
    +1.228,53 (+2,15%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.350,74
    +50,64 (+3,90%)
     
  • HANG SENG

    18.806,16
    +268,35 (+1,45%)
     
  • S&P 500

    5.214,08
    +26,41 (+0,51%)
     

Persone e merci, l'autunno caldo del trasporto pubblico

Non solo i pendolari, ma anche il settore del cargo ferroviario è un tema cruciale: intervista a FederMobilità

Si è soliti parlare di autunno caldo quando si affronta il tema trasporti, e in effetti rischia di esserlo non solo per le eterne vicende dei pendolari, ma anche per tutto un sistema, quello del tpl, che deve sempre calibrare i suoi programmi e le sue aspettative in base anche a norme, stabilità di risorse e disposizioni finanziarie. Quindi, anche in relazione alle vicende romane che, nel caos del momento, lanciano più di qualche ombra sul settore.

Yahoo!Finanza fa il punto della situazione con FederMobilità, l'ente che riunisce le amministrazioni responsabili del governo della mobilità a livello regionale, provinciale e comunale. L'associazione, di cui è presidente Alfredo Peri, è anche attesa il 1 e il 2 ottobre dall'edizione 2013 di Mercintreno, nella sede romana del Ministero dei Trasporti. Un tavolo di interesse nazionale, per dibattere il cruciale tema delle prospettive del trasporto merci su ferro, che vedrà l'intervento dell'ad di Trenitalia, Mauro Moretti, e che sarà coordinato da Enrico Musso, docente di economia dei trasporti a Genova, presente nel consiglio direttivo della Società Italiana degli economisti dei trasporti e della logistica (Siet).

Risponde a Yahoo! Annita Serio, direttore di FederMobilità


Che autunno sarà per i fruitori del trasporto pubblico locale?

Fino alla fine dell’anno, sul piano dell’offerta dei servizi, quindi per gli utenti, non ci dovrebbero essere grandi novità, almeno fino a quando le regioni non avranno dato attuazione ai piani di riprogrammazione dei servizi previsti dalla legge di stabilità. Piani che dovrebbero ridisegnare le reti di trasporto sulla base delle risorse disponibili e dei criteri previsti con le norme istitutive del Fondo per il contributo dello stato al finanziamento del TPL. Viste le criticità delle attuali disposizioni  finanziarie/normative, e il difficile contesto generale del sistema Italia, non e’ facile essere ottimisti.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO


Il governo punta alla creazione di un Fondo per finanziare il rinnovo delle infrastrutture e dei mezzi del tpl: quale potrebbe/ dovrebbe essere secondo lei l'ampiezza del Fondo?

Per lo svecchiamento del parco rotabile il ministro Lupi ha promesso un piano quinquennale 2014-2019 da 500 milioni all’anno. Per adeguare l’età  media degli autobus italiani a quella europea di 7 anni (dati Asstra) servirebbero invece circa 9,5 miliardi tra autobus e treni per le ferrovie regionali.Evidentemente si tratta di valori assolutamente diversi. In questo momento, data la complessa situazione politica, sarebbe intanto  un successo per il settore se  il governo per la quantificazione del fabbisogno tenesse anche conto del taglio di  635,5 milioni di euro operato  sul finanziamento previsto per il triennio 2011 – 2013.


Cinque anni sono un tempo equo per varare la modernizzazione dei mezzi di trasporto collettivo su gomma?

Dipende naturalmente dalla adeguatezza delle risorse messe a disposizione. Per risolvere il problema definitivamente sarebbe auspicabile, superata la fase di emergenza e trattandosi di mezzi di trasporto che, per loro natura, hanno una vita media ottimale di 7 anni, l’istituzione di un fondo ad hoc finanziato annualmente, come peraltro ipotizzato.



Per riformare il trasporto pubblico locale e le sue politiche va identificato un quadro organico di proposte a carattere normativo ed amministrativo. Quali sono quelle da cui non si può prescindere? Quali quelle che hanno bisogno, al netto degli attori coinvolti, di un indirizzo centralistico e comune?

Partirei dalle norme istitutive del fondo per il contributo dello Stato al TPL  che, nel 2013,  ha ridisegnato il sistema di assegnazione dei finanziamenti pubblici al settore. Le nuove disposizioni hanno fatto emergere tutte le contraddizioni di un federalismo fiscale incompiuto, vedi la previsione della  destinazione vincolata del fondo in una materia di competenza regionale e soprattutto non danno la certezza dei finanziamenti che promettono. La  dotazione del Fondo dipende, infatti  dal gettito effettivo della compartecipazione alle accise e le modalità di riparto e l’erogazione delle risorse  su base annuale non consentono l’assunzione di impegni pluriennali da parte delle regioni (contratti di servizio)


I prossimi 1-2 ottobre Federmobilità sarà impegnata con MERCINTRENO, il forum dedicato al trasporto ferroviario merci. Cosa è cambiato in questo segmento negli ultimi anni?

Nel 2009, abbiamo avviato  un confronto sul tema della sostenibilità del trasporto merci attraverso un forum annuale con l’obbiettivo di far emergere le contraddizioni del sistema italiano, ovvero di un trasporto incentrato prevalentemente sulla gomma. Cinque anni dopo, la situazione complessiva non appare migliorata, anche tenendo conto della crisi economica e dei segnali piuttosto deboli di ripresa del traffico delle merci. L’unica novità è rappresentata dalla costituzione dell’Autorità per la regolazione dei trasporti su cui si proiettano tutte le aspettative di operatori e non.

Quindi?
Il ferroviario merci continua a operare in quadro di incertezze normative/organizzative con una costante perdita di quote di traffico rispetto alla strada, questo anche nelle situazioni in cui la ferrovia è strutturalmente favorita, come ad esempio nel traffico originato e destinato ai porti dove, invece, secondo la Commissione UE il combinato ferroviario dovrebbe raggiungere quota 50% entro il 2030.

Quali sono le cause della perdita di traffico? Che futuro per il settore?
Sulla perdita di traffico, influisce, tra le tante cose, la qualità dell’infrastruttura. Gli effetti della bassa velocità commerciale, dei tempi di percorrenza inaffidabili,delle rotture di carico, delle complesse procedure amministrative, incidono sul costo finale della distribuzione delle merci, del 20% più alta della media europea(dati Confetra). Serve una politica di settore che ottimizzi costi, tempi e qualità del servizio, e una di sistema per lo sviluppo di servizi integrati e finalizzati allo scambio di merci tra diverse mobilità di trasporto. Confidiamo nella neonata Autorità dei Trasporti per risolvere,con politiche di sistema, le annose questioni del riequilibrio ferro/gomma.