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L’Arpa Valle d’Aosta offre lavoro ai laureati, ma gratis

L’Arpa Valle d’Aosta offre lavoro ai laureati, ma gratis

C’era tempo fino alle 12 di quest’oggi per inviare la propria candidatura per “il conferimento di incarichi di collaborazione a titolo gratuito per l’espletamento di attività di ‘fundraising’ a supporto della ricerca, della cooperazione e della formazione applicate a temi ambientali di interesse di Arpa Valle d’Aosta”. Di certo all’Arpa valdostana non avranno grandi problemi a fare la selezione, così come non dovrebbe essere troppo grande il rimpianto per chi scopre solo ora questo avviso di selezione ormai scaduto.

Sembra incredibile, ma qualcuno ha redatto, approvato e pubblicato un annuncio nel quale si cercano giovani laureati disposti ad andare a caccia di finanziamenti per un ente che gli promette un’esperienza di lavoro non retribuita e nella quale “nessun compenso sarà erogato neppure sotto forma di rimborso spese”.

E attenzione perché i selezionatori valdostani sono dei buongustai, mica si accontentano di un laureato qualunque. Per i due incarichi – della durata di due anni – i candidati devono rispondere a tre requisiti:

1) possedere una laurea magistrale in discipline tecnico-scientifiche e/o politiche ed economico – gestionali o titoli equipollenti;
2) avere partecipato o gestito progetti nazionali e/o internazionali di ricerca, di cooperazione e di formazione inerenti problematiche ambientali con particolare riferimento ai temi di competenza dell’Agenzia quali qualità dell’aria, pollini allergenici aerodispersi, corpi idrici superficiali, corpi idrici sotterranei, suolo,  amianto, energia, eccetera…;
3) conoscere la lingua francese e inglese come da codifica europea.

I compiti che i candidati andranno a svolgere vanno dalla “rassegna ragionata delle modalità usuali di finanziamento della ricerca, cooperazione e formazione scientifica applicate ai temi ambientali” alla “definizione di un piano di relazioni e networking con enti, università e centri di ricerca nazionali e internazionali”, dalla “rassegna ragionata delle modalità alternative per il reperimento di fondi” al  “supporto all’eventuale presentazione di specifici progetti per il finanziamento e l’avvio di iniziative di ricerca”. Alla fine del biennio il volontario dovrà produrre un report tecnico sul suo operato.

E guai a lamentarsi perché l’Arpa Valle d’Aosta mette le cose in chiaro sin dall’inizio: l’incaricato sarà chiamato “rispettare l’obbligo di fedeltà impegnandosi a non divulgare notizie o informazioni riguardanti le attività svolte dall’Arpa”.

Ma visto che con le pacche sulle spalle non si mangia, se per caso a uno dei due incaricati venisse in mente di guadagnare qualche soldo con qualche collaborazione complementare al “lavoro” offerto dall’Arpa, dovrà assicurarsi che eventuali altre occupazioni non siano “in qualsiasi modo in contrasto o incompatibili con l’attività dell’agenzia”. Già perché così rischierebbe il licenziamento.

Per Giovanni Agnesod, direttore generale di Arpa Valle d’Aosta, non c’è nulla di strano. Rivendicando la natura inedita dell’“esperimento” spiega che il biennio di lavoro a titolo volontaristico rappresenta “qualcosa da inserire in un futuro curriculum, un’esperienza di lavoro”.

Per sapere come questa storia andrà a finire bisognerà attendere l’esito della selezione che, va detto, in un Paese sano, equo e giusto andrebbe deserta.