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Btp, buon tono ma volumi molto bassi, driver Cina e prossime aste

Un trader al lavoro. REUTERS/Brendan McDermid

MILANO (Reuters) - Il secondario italiano mantiene un'intonazione positiva su volumi comunque irrisori in una seduta in cui, a dire dei trader, la discesa degli scambi interessa anche altri comparti, come quello azionario.

"I volumi sono molto scarsi, oggi anche sull'equity" dice un trader.

Il parlamento ellenico ha dato il via libera alle misure connesse al terzo pacchetto di assistenza finanziaria predisposto dai creditori. L'iter del provvedimento è stato rallentato da una serie di ostacoli procedurali ma il sì è arrivato prima della riunione dell'Eurogruppo questo pomeriggio. Secondo gli operatori tuttavia, i principali driver restano la Cina e le aste di fine mese.

"Con la Grecia dovrebbe filare tutto liscio. È chiaro che i mercati guarderanno con attenzione all'Eurogruppo di oggi, ma credo che il focus resti sulla Cina, le borse, il QE e le aste" dice il trader. "Con il rientro delle tensioni legate allo yuan dopo le svalutazioni dei giorni scorsi, i mercati restano in attesa delle valutazioni che gli uffici studi faranno sulla manovra dell'istituto centrale cinese, nel tentativo di capire se indichi un calo più marcato delle attese dell'economia mondiale".

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"Moderato l'impatto pel Pil" dice ancora l'operatore. "Il dato non si è discostato troppo dalle attese, e comunque gli scambi sono così limitati che è oggettivamente difficile valutarne l'effetto sul mercato"

Secondo i dati preliminari resi noti da Istat, nel secondo trimestre il Pil italiano è cresciuto dello 0,2% in termini congiunturali (sotto le attese) dopo il +0,3% registrato nel periodo gennaio-marzo. Un dato che conferma l'uscita da tre anni di recessione, anche se il ritmo della ripresa appare debole. Su base annua l'incremento è dello 0,5%, rispetto al +0,1% del trimestre precedente.

Sempre nei tre mesi al 30 giugno scorso il prodotto interno lordo della zona euro è cresciuto al ritmo congiunturale di 0,3% e al tasso annuo di 1,2%. La prima stima Eurostat è da confrontare con la mediana delle attese raccolte da Reuters che ipotizzavano un incremento pari rispettivamente a 0,4% e 1,3%.

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