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Deutsche Bank cattura l'attenzione di tutti gli investitori

Non ci si aspettava nulla di trascendentale per la seduta di ieri, e di oggi: gli ultimi due giorni di settembre sono storicamente problematici (per la borsa americana). A Piazza Affari il bilancio tecnico della seduta è in pareggio: la chiusura è sì positiva, ma inferiore all'apertura; è vero che abbiamo incocciato contro lo short stop giornaliero, ma è altresì vero che il momentum punta tuttora verso l'alto, ventilando la possibilità che ci si possa riprovare.

Per una volta facciamo meglio di Wall Street, appesantita dal citato fattore stagionale. Tutto sommato lo S&P500 sta ricalcando l'evoluzione suggerita dal modello basato sulle fiammate di volatilità, proposto lo scorso 9 settembre. Evidentemente, la previsione contemplava debolezza per le tre settimane successive, e dunque un minimo che idealmente dovrebbe sopraggiungere lunedì prossimo. Notevole la ripartenza in due stadi contemplata a partire da ottobre: prima incerta, poi sempre più decisa. In tutti i casi tranne uno (2008) lo S&P si è collocato su livelli superiore a distanza di 100 sedute; in altre parole, idealmente alla fine di gennaio lo S&P dovrebbe collocarsi a 2266 punti: su nuovi massimi assoluti. Staremo a vedere.

Ma l'attenzione degli investitori è catturata da altre vicende. Messe da parte le elezioni presidenziali americane, il tema del momento è la crisi di Deutsche Bank (Londra: 0H7D.L - notizie) . Circolano paralleli poco confortanti con la Lehman Brothers del 2008. Per fortuna non risulta virale il confronto ben più incoraggiante che proponiamo praticamente dall'inizio dell'anno, e che porta a conclusioni diametralmente opposte.

Nota. Il presente commento è un estratto sintetico del Rapporto Giornaliero, pubblicato tutti i giorni entro le 8.20 da AGE Italia; pertanto eventuali riferimenti a studi tecnici vanno intesi riferiti ai grafici ivi riportati.

Autore: Gaetano Evangelista Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online