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Deutsche Bank: grazie a Trump, Pil Usa raddoppierà entro il 2018

10 giorni. Questo il lasso di tempo che manca all'arrivo alla Casa Bianca di uno dei più contestati presidenti degli Stati Uniti.

Il trampolino di lancio di Trump

Lo stesso Donald Trump che è riuscito a convincere il suo elettorato di essere in possesso della ricetta per salvare Washington dalla crisi che sta attanagliando la società e che è ben più grave di quella che, sui numeri, sembra quasi risolta. I numeri, ad esempio, di una disoccupazione al di sotto del 55, valore che in Italia possiamo solo sognare, ma che negli Usa è sinonimo di lavoro temporaneo e salari praticamente fermi. Ed è proprio su questo che Trump ha fatto leva: la sua arma è stata la classe media e quella operaia degli stati centrali, una fetta della popolazione che più di tutti ha sofferto non solo la crisi ma anche la delocalizzazione autorizzata dai grandi patti internazionali. Anche quelli sul banco degli imputati, secondo quanto detto da Trump.

La view di Deutsche Bank (IOB: 0H7D.IL - notizie)

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Ed è proprio il piano economico che è stato sventolato in campagna elettorale a convincere gli esperti di Deutsche Bank che il Pil a stelle e strisce è destinato ad aumentare arrivando al doppio rispetto a quello registrato finora già entro il 2018. In altre parole nel giro di un anno o poco più. Numeri alla mano, il report parla di un Pil che già alla fine di quest'anno potrebbe arrivare al 2,4% e nel 2018 al 3,6% contro quell'1,6% di media dell'era Obama. Non solo, ma l'agenda di Trump potrebbe addirittura diventare una sorta di road map da seguire per le altre nazioni. Alla base dell'ottimismo degli esperti sarebbe proprio la di deregolamentazione (in totale dietrofront con quanto fatto subito dopo lo scoppio della crisi mondiale del 2008) una semplificazione fiscale estrema (che però taglierebbe di netto le entrate statali) e un programma di investimenti nelle infrastrutture da oltre mille miliardi di dollari (sebbene sia lecito preoccuparsi per l'esplosione del debito pubblico, almeno nell'immediato).

L'incontro con Mr Alibaba

Le obiezioni che in molti si sono posti, però, non scoraggiano gli esperti della banca tedesca, in particolare David Folkerts-Landau, capo economista di Deutsche Bank che preferisce le numerose incertezze dettate dall'agenda Trump e dai possibili stop che il Congresso potrebbe mettere, rispetto alla palude di crescita lenta e mediocre finora registrata.

Intanto il presidente eletto ha cercato di rimediare alla sua gaffe con la Cina creata qualche settimana fa quando preferì prendere contatti ufficiali con i vertici di Taiwan (Taiwan OTC: 6549.TWO - notizie) , considerati da Pechino come una provincia, invece che con lo stato comunista. Donald Trump ha infatti incontrato Jack Ma, fondatore del colosso dell'e-commerce Alibaba (Berlino: AHLA.BE - notizie) , un incontro che ha permesso ai vertici politici cinesi di prospettare una collaborazione tra le due potenze nonostante le tensioni commerciali potenzialmente derivanti dalla guerra dei dazi minacciata da Trump. Abile, infatti, è stata la strategia suggerita da Ma (secondo uomo più ricco in Cina oltre che uno dei più grandi amici diXi Jinping, segretario del partito comunista) a Trump: unire le forze farebbe bene più agli Usa che a Pechino visto che in ballo ci sarebbe 1 milione di posti di lavoro in più per gli statunitensi.

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